Se le cose vanno secondo i piani, entro la fine di marzo la May si appellerà all’articolo 50 del Trattato di Lisbona (meno di 80 giorni da oggi). Tale decisione è praticamente l'unica cosa certa riguardo il piano di uscita della Brexit per il Regno Unito. La notifica avvierà un processo di due anni di scioglimento dei rapporti fra UK e UE, e secondo le leggi, solo una volta terminato questo periodo il Regno Unito potrà negoziare l’accordo post-uscita che intende avere con l’UE. In molti sospettano che verrà permesso di portare avanti in parallelo questi due eventi, ma non è ciò che dice la legge, chiaramente.
Siamo in attesa della decisione della Corte Suprema sull’appello di governo contro la sentenza dell’Alta Corte, la quale ha disposto che l’articolo 50 non può essere invocato grazie alla Prerogativa Reale, e richiede invece l’approvazione del parlamento inglese per poter procedere. Anche i parlamenti decentrati sono intervenuti nell’appello del governo, ed è possibile che la Corte Suprema decida che anche questi debbano acconsentire affinché possa essere invocato l’articolo 50, cosa che potrebbe far precipitare l’intera impresa della Brexit.
Il governo ha rifiutato fermamente di rendere nota la sua strategia per la Brexit al parlamento o a chiunque altro, per paura di far saltare l’eventuale posizione di negoziazione con l’Europa. Anche i sostenitori della Brexit stanno iniziando a vedere che questa scusa si sta esaurendo, poiché imprese e investimenti inglesi (ed esteri) hanno bisogno di informazioni concrete per decidere come procedere. Sembra che la May abbia addirittura rifiutato di discutere i propri piani con la Regina!
Nella sua prima intervista per il nuovo anno, la May ha smentito le affermazioni secondo cui i piani di governo per la Brexit sono confusi (e i cinici hanno subito risposto: come fa un piano che non esiste ad essere confuso?). Ha riportato a Sky News: "Ce ne stiamo andando. Stiamo uscendo. Non saremo più membri dell’UE”, dicendo che il Regno Unito non può mantenere “pezzetti” di partecipazione nell’UE, e sottolineando che il Regno Unito desidera il miglior accordo possibile per lasciare l’UE (anche se qualsiasi persona istruita a livello economico sa bene che il migliore accordo sarebbe quello di continuare a far parte dell'Unione, chiaramente).
I suoi commenti, sufficientemente naturali, sono stati presi come un segnale che una “hard Brexit” è fra le carte in tavola (quelle che tiene più strette) e ha provocato un calo della Sterlina di circa l’1% contro tutte le principali valute.
Il giorno dopo, mentre la Sterlina scendeva, la May ha dichiarato: “Sarei tentata a dire che le persone che la stanno interpretando male sono coloro che stampano cose dicendo che parlo di una hard Brexit, e di come una hard Brexit sia inevitabile.. non accetto i termini ‘hard’ o ‘soft’ Brexit”. Affatto confusa, non è così?