Il World Trade Organisation (Organizzazione mondiale del Commercio) stabilisce le norme per il commercio fra nazioni (e blocchi) in cui mancano accordi commerciali bilaterali. Gli accordi bilaterali (e multilaterali) sono atti a semplificare il commercio fra i partner, eliminando (in certa misura) burocrazia e barriere al commercio.
Il WTO sta gioendo del fatto che è entrato in vigore un accordo internazionale che potrebbe stimolare il commercio mondiale fino a mille miliardi di Dollari secondo le stime. Roberto Azevedo, a capo del WTO, ha salutato l’accordo come “la maggiore riforma del commercio globale in una generazione”. Conosciuto come Trade Facilitation Agreement (FTA), punta a semplificare le procedure doganali fra i partner commerciali. Secondo Azevedo, l’FTA avrà un impatto addirittura superiore all’eliminazione delle tariffe doganali sui beni.
Le nazioni partecipanti devono essere d’accordo con le riforme, che includono un miglior accesso per le imprese a informazione, velocizzazione delle procedure e tagli alle tariffe transnazionali. Secondo i membri del WTO, queste mosse dovrebbero ridurre i costi commerciali del 14,3%.
Come indice della complessità del commercio internazionale, l’FTA emerge come uno dei pochi veri successi del “Doha Round”, l’ultimo ciclo di negoziazioni commerciali iniziato nel 2001 (Theresa May, prenda nota). Nonostante si fosse raggiunto un accordo nell’incontro di Bali nel 2013, è stata necessaria la ratifica da parte di 110 stati primadi poter entrare in vigore.
Il futuro della liberalizzazione commerciale è stato messo in dubbio da eventi come la Brexit e l’elezione di un Presidente americano apertamente protezionista, nelle fattezze di Donald Trump. Trump ha eliminato ogni prospettiva che il TTIP diventi realtà mentre è alla Casa Bianca; si è ritirato dall’accordo trans-pacifico, e suggerisce che il NATFA debba essere rinegoziato. È troppo presto per dire con certezza quanto diventeranno profonde in America le radici del protezionismo durante la sua presidenza, e quanto queste resisteranno alle critiche internazionali in un’economia globale e multinazionale che, fino a pochissimo tempo fa, era guidata dagli Stati Uniti.