Il programma di acquisti di asset della BCE è stato progettato per aumentare la liquidità dell’economia della zona Euro, e diminuire l’inflazione che è stata piatta e minaccia pressione deflazionistica. Il programma è stato avviato ad aprile 2015 e si sarebbe dovuto concludere almeno a settembre 2016, ma è stato esteso a fino alla fine del 2017 (se non più a lungo).
Nell’Eurozona l’inflazione è salita, e ora si trova leggermente al di sopra del target di “poco meno” del 2%, con il 2% come riferimento. Il capo della BCE, Mario Draghi, ha dichiarato di essere “più ottimista” sulle prospettive per la crescita, fra i 19 membri del gruppo. La BCE ha rivisto in positivo le proprie previsioni per la crescita di un +0,1% per il 2017 e il 2018, arrivate rispettivamente all’1,8 e all’1,7%.
Il programma di acquisto di asset prevede una riduzione degli acquisti da 80 a 60 miliardi di Euro per il mese di aprile, ma non sono stati annunciati altri cambiamenti. La BCE ha mantenuto invariati i tassi d’interesse, con il tasso di riferimento allo 0%. In merito alle prospettive di un aumento dei tassi quest’anno, mentre il programma di acquisto di asset è ancora attivo, Draghi ha fatto notare che la Banca intende vedere “un costante adeguamento del tasso d’inflazione, e ancora non lo vediamo… C’è progresso nella ripresa, [ma] è un processo graduale”, ad indicare un approccio “fermo”. (Com’era prevedibile) Il tutto è in linea con una dichiarazione rilasciata dalla BCE prima della conferenza stampa, nella quale è stato detto: “Il consiglio direttivo continua ad aspettarsi che i tassi d’interesse chiave della BCE rimangano ai livelli attuali, o inferiori, per un lungo periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti di asset netti”.
Mentre la minaccia della deflazione è scemata, le possibili turbolenze dovute a negoziati rancorosi per la Brexit rimangono un rischio per l’economia dell’UE. Il danno all’economia britannica sarà sostanzialmente peggiore degli effetti che la Brexit avrà sull’economia dei 27 paesi della zona Euro, ma la retorica politica del partito conservatore al governo sembra particolarmente aggressiva al momento, e ben lontana dall’essere favorevole ad un divorzio senza problemi. Ci si aspetta che il Regno Unito annuncerà formalmente le proprie intenzioni di lasciare il blocco prima della fine del mese.