Alludendo a Bob Marley, “Brexidous” è il termine che sto dando allo spostamento delle imprese e del personale dal Regno Unito (principalmente, ma non solo Londra) ad altri paesi che rimarranno nell’UE dopo marzo 2019. Le imprese che attualmente hanno sede nel Regno Unito, ma offrono parecchi servizi finanziari alle imprese nell’UE, quasi certamente perderanno i diritti al “passporting” una volta che gli inglesi lasceranno l’UE.
Il passporting è un sistema attraverso il quale le imprese con sede in uno dei paesi dell’UE possono commerciare con l’intero blocco come se avessero un ufficio in ogni stato membro (come se avessero sede “in casa”). Questo permette ad imprese globali di avere sede nella City e di essere trattate come imprese europee, per via delle loro (significative) operazioni in Regno Unito. Con l’uscita del Regno Unito dall’UE, le imprese globali sposteranno parte (se non tutte) le loro operazioni con sede in UK a nuove sedi nell’UE per poter continuare a sfruttare il passporting. Chiaramente, le imprese britanniche che desiderano continuare a lavorare nell’UE saranno costrette a fare la stessa cosa, o a perdere vantaggi competitivi (sì, è quello che ho pensato anch’io…).
Con la notifica della scorsa settimana, Lloyds di Londra e Royal London hanno annunciato che creeranno società satellite all’interno dell’UE. Lloyds aprirà una struttura a Bruxelles, mentre la Royal London potenzierà un ufficio irlandese già esistente.
È stato riferito che la JP Morgan, la banca di investimento Americana, sta negoziando per una proprietà a Dublino che potrebbe ospitare 1.000 dipendenti. La Citigroup ha confermato che mentre Londra rimarrà un centro importante, sta anche cercando attivamente di spostare parte delle proprie attività in vista di una hard Brexit.
Prima del referendum di giugno scorso, Jamie Dimon, amministratore delegato della JP Morgan, aveva suggerito che un voto a favore dell’uscita dall’UE avrebbe potuto portare un terzo della forza lavoro della società inglese (16.000) ad essere spostato dal Regno Unito. Al tempo, i sostenitori del Leave la denunciò come parte di un “progetto paura”, chiaramente. La Citigroup ha 9.000 dipendenti in Regno Unito, ma non è ancora chiaro quante di queste posizioni verranno spostate o andranno perdute.