Domenica la Francia è andata alle urne per scegliere un nuovo presidente. Dal momento che nessuno degli 11 candidati si è assicurato più della metà dei voti, nove sono stati eliminati e il voto decisivo si terrà domenica 7 maggio. Lo scontro diretto sarà fra il leader di estrema destra del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, e il nuovo arrivato Emmanuel Macron, di En Marche. Il voto iniziale è stato vinto da Macron con il 24% dei voti, battendo la Le Pen, arrivata seconda con il 21,3% dei voti. Francois Fillon (del partito repubblicano), il favorito di lunga data la cui campagna è stata assediata dalle accuse di pagamenti illeciti dalle casse dello stato alla sua famiglia per lavori fittizi, ha guadagnato il 20% dei consensi. Il candidato del fronte di sinistra Jean-Luc Mélenchon ha ottenuto il 19,6% e il probabile successore del presidente uscente Francois Hollande, Benoit Hamon (partito socialista) ha ottenuto solo il 6,4% dei voti, a sottolineare l’impopolarità del suo leader.
Le reazioni al voto sono state ampiamente positive, e si prevede che Macron vincerà le elezioni il 7. Marine Le Pen è vista come una minaccia per l’UE, avendo promesso un referendum in stile Brexit sull’adesione della Francia all’UE. C’erano anche altri candidati euroscettici, in misura minore o maggiore, ma Macron viene visto come un sostenitore dell’UE e del ruolo centrale della Francia all'interno del blocco. I mercati hanno reagito positivamente al voto, e l’Euro ha guadagnato terreno contro Dollaro e Yen.
Le Pen ha rinunciato alla leadership del Fronte Nazionale, affermando di voler essere al di sopra della politica di parte (un concetto ridicolo, dal momento che è stato proprio l’approccio di destra utilizzato che le ha permesso di accedere alla corsa alla presidenza sin dall’inizio).
Pur essendo un Ministro del governo, Hollande Emmanuel Macron non ha mai ricoperto cariche elettive, e il suo movimento, En Marche, ha solo un anno di vita, dunque rimane in qualche modo un’entità sconosciuta.