Aumentano Richieste Per una Soft Brexit

Prima delle elezioni, il problema principale della posizione del governo inglese in merito alla Brexit era l’incertezza su cosa volesse precisamente e quali compromessi avrebbe accettato per ottenerlo. Nel discorso alla Lancaster House, la May sembrava escludere completamente la partecipazione al Mercato Unito e all’Unione delle Dogane e richiedere assenza di attriti ai confini e accesso gratuito al Mercato Unico, rifiutando al contempo la libertà di movimento e la supremazia della Corte di giustizia europea (che attualmente si occupa delle dispute commerciali nell’UE). Parlare di accordi su misura per non far voltare le spalle del Regno Unito ai partner europei e trovare accordi vantaggiosi per tutti, serve solo a rendere ancor meno chiaro cosa vuole la Gran Bretagna, e per cosa pagherà.

Le elezioni, indette dalla May verosimilmente per rafforzare la sua posizione nelle negoziazioni della Brexit con un’ampia maggioranza, nella realtà l’hanno vista tornare al potere a capo di un’amministrazione di minoranza, cosa che pone più domande di quelle a cui risponde. La May non ha ricevuto un chiaro sostegno per la sua strategia sulla Brexit, ma sebbene siano state definite “elezioni per la Brexit”, c’erano anche altri problemi interni in gioco. Questo significa dunque che il sostegno popolare verso la Brexit è sceso?

Di certo, i politici sono dell’idea che “nessun accordo è meglio di un accordo svantaggioso”, ma ora la minaccia di trasformare il Regno Unito in un paradiso fiscale per le imprese va messa da parte. C’è anche un coro di voci che vuole che il primo ministro assuma una guida più aperta, e che coinvolga di più nel processo della Brexit anche i partiti di opposizione. Stanno aumentando le richieste per una “soft Brexit”, ma l’adempimento delle direttive europee e gli standard legati al commercio, senza nessun aiuto nel dar loro forma, sembra andare contro ogni logica. Come ha detto Donald Tusk, il Regno Unito o fa parte dell’UE, oppure no.

Ieri, il Presidente Macron in un incontro in Francia ha detto al primo ministro che se il Regno Unito decidesse di cambiare idea e rimanere nel blocco lasciando trascorrere il tempo a disposizione per uscire dall’UE, la porta è ancora aperta. In quanto ex sostenitrice della permanenza del Regno Unito nell’UE, la May dovrebbe essere lusingata dalla saggezza di questa offerta. Forse le possibilità che il Regno Unito rimanga sono state aumentate dal fatto che il primo ministro non sarà alla guida del partito alle prossime elezioni (sempre che riesca ad ottenere l’approvazione al prossimo discorso della Regina, chiaramente), dunque potrebbe essere tentata di riparare i danni fatti da David Cameron (vecchio e buffo gioco, la politica). Sarà il clima economico nel Regno Unito a guidare il sostegno popolare verso la Brexit, e in questo momento il calo della crescita salariale e l’aumento dell’inflazione, non lasciano presagire nulla di buono.

Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.