Nessuno sa cosa accadrà quando il Rregno Unito lascerà l’UE. Nessuno sa quali diritti e quali doveri sopravvivranno per gli europei che vivono in UK o per i britannici che vivono (in particolar modo in pensione) all’estero. Nessuno ha una vera idea di quale sia l’accordo “ambizioso”, “fatto su misura”, e nel quale “vincono entrambe le parti” che Theresa May (se sarà ancora primo ministro) spera di negoziare con l’UE, né di come sia possibile un qualsiasi “accordo”, dato il suo rifiuto di mantenere l’unione delle dogane, la supremazia della Corte di giustizia europea (in particolare per le dispute commerciali) o consentire la libertà di movimento ai cittadini europei una volta che il Regno unito non sarà più uno stato dell’UE. Poiché qualsiasi movimento oltre queste “linee rosse” avrebbe portato al linciaggio metaforico della destra euroscettica dei Tory e degli ultimi sostenitori dell’Ukip, è difficile dire che spazio di manovra abbia per portare l’UE ad essere incline ad offrire qualsiasi accordo che si avvicini a quelli di cui attualmente il Regno Unito gode in quando membro dell’UE. La Brexit è un calice (politico) avvelenato.
L’ultima fonte di preoccupazione è il risultato di uno studio del costo che potrebbe avere il possibile rientro dei cittadini britannici in pensione da vette più assolate al Regno Unito dopo la Brexit, e che farebbero affidamento al NHS per le loro cure mediche, poiché gli accordi attuali fra gli stati dell’UE per la cura dei loro cittadini si concluderanno con la Brexit. Il Nuffield Trust, che ha consultato la sua sfera di cristallo, stima che se le decine di migliaia di pensionati residenti all’estero dovessero tornare nel Regno Unito dopo la Brexit, il costo del loro mantenimento si raddoppierebbe arrivando a 1 miliardo di Sterline (attualmente il Regno Unito contribuisce con 500 milioni di Sterline tramite l’UE per le reciproche cure sanitarie).
La forte leadership che il governo conservatore aveva quando ha indetto le elezioni, oggi è scemata con i risultati dei sondaggi, che suggeriscono che il voto della prossima settimana potrebbe portare ad una situazione di stallo in parlamento. È stata messa un po’ in dubbio la sincerità del governo durante la campagna da un nuovo mandato di cui non c’era bisogno ( da una prospettiva sovrana) per le negoziazioni della Brexit.