Il mese scorso l’economia statunitense ha creato 138.000 nuovi posti di lavoro (maggio), livello considerevolmente inferiore rispetto alle 180.000 posizioni previste dagli analisti. Un dato che verrà certamente preso in considerazione al meeting di giugno della Federal Reserve, quando si deciderà se aumentare i tassi d’interesse americani (ora dati deboli sulla creazione di nuovi posti di lavoro verranno considerati a sfavore di un aumento, ma poiché gli Stati Uniti sono vicini alla “piena” occupazione, potrebbe non essere un dato rilevante). Detto questo, dati più completi hanno rivelato che i numeri di marzo e aprile per la creazione di posti di lavoro sono risultati inferiori a quanto originariamente stimato.
Per assurdo, la disoccupazione degli Stati Uniti è scesa di un ulteriore 0,1% per attestarsi al 4,3% a maggio, nonostante la scarsa creazione di nuovi posti di lavoro. Per mettere in prospettiva le nuove 138.000 posizioni calcolate a maggio, lo scorso anno la media della creazione di nuovi posti di lavoro è arrivata a 181.000 posizioni al mese.
La crescita salariale dello scorso anno è stata del 2,5%, portando la paga oraria media a 26,22$; questo valore supera il 2,2% di inflazione annua calcolata fino ad aprile.
La forza lavoro americana si sta espandendo ad un ritmo dello 0,5% annuo, e si prevede raggiungerà i 163,8 milioni entro il 2024. Per via del calo delle nascite e di quello dell’immigrazione verso gli USA, l’età media della forza lavoro sta aumentando. Si prevede che quest’ultima aumenterà mediamente di 7,9 milioni nel corso dei prossimi otto anni.
Attualmente, il tasso d’interesse statunitense è dell’1%, ben al di sotto della sua media storica del 5,8%. La Federal Reserve intende normalizzare il tasso, così da avere spazio di manovra quando colpirà il prossimo ciclo di recessione.