La presentazione della scorsa settimana fatta a Firenze da Theresa May doveva essere un annuncio significativo, tanto da posticipare di alcuni giorni l’inizio del quarto round di negoziati per la Brexit. Il messaggio del discorso di Firenze è la volontà del Regno Unito di avere un periodo di transizione una volta abbandonata l’UE a marzo 2019; ma questo non è certo un segreto. Neanche il fatto che per questo privilegio il Regno Unito pagherà circa 20 miliardi di Euro ha fatto notizia, dal momento che si tratta di una cifra solo lievemente superiore ai contributi standard versati all’UE dal Regno Unito, e che per quest’ultimo sarà, di fatto, un’estensione dello stato di membro dell’UE. Durante questo periodo, il Regno Unito rispetterà le quattro libertà e le leggi dell’UE; non poteva essere altrimenti.
Sebbene il discorso sia stato accolto positivamente nelle capitali europee e da quelli coinvolti nei negoziati, visto come uno sviluppo positivo e un segno che il governo britannico sta prendendo coscienza di non poter salvare capre e cavoli, non è stato recepito come il punto di svolta necessario per far procedere i negoziati verso una seconda fase, nella quale poter discutere delle relazioni commerciali fra UE e UK dopo la Brexit.
Nel governo stanno già emergendo le prime fratture, con il segretario degli Esteri che chiede un breve periodo di transizione, solo al termine del quale verrà limitata la libertà di movimento, ma questo è in contrasto con le promesse della May. Gli euroscettici al governo e il parlamento si rifiuteranno di pagare qualsiasi cosa dopo l’uscita formale dal blocco, e questo addirittura prima che vengano rivelate le cifre dell’ “accordo di divorzio”.
In questa situazione, l’agenzia di rating Moody’s ha deciso di declassare di un livello il rating del debito sovrano del Regno Unito, sceso ora ad Aa2, due livelli al di sotto dello status AAA. A giustificazione della decisione presa, Moody’s ha citato i timori per le finanze pubbliche, le difficoltà della Brexit e un indebolimento delle previsioni di crescita.