Il parlamento britannico è tornato a riunirsi dopo la pausa estiva; i negoziati fra i rappresentanti dell’UE e del Regno Unito sono volti a stabilire gli obblighi finanziari del Regno Unito nei confronti del blocco, i diritti dei cittadini europei nel Regno Unito dopo la Brexit e di quelli britannici negli stati dell’UE, e a risolvere la questione del confine fra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, che dopo la Brexit diventerà un confine esterno all’UE.
È vero che in merito a questi problemi sono stati fatti pochi progressi (reciprocamente accettati). L’UE insiste affinché queste questioni vengano risolte prima di poter iniziare qualsiasi negoziato commerciale fra UE e UK. Inizialmente, David Davis, Segretario di Stato per l’uscita dall’UE, ha accettato questa posizione e ha tentato di condurre parallelamente le relazioni commerciali. Sembra improbabile che il team dell’UE per i negoziati ceda alle loro richieste, probabilmente riporterà al Consiglio d’Europa che in questi ambiti sono stai fatti pochi progressi, quando si riunirà il mese prossimo. È probabile che le prossime trattative verranno rinviate a dicembre. Intanto, il tempo continua a scorrere.
Il partito laburista si è espresso a favore del mantenimento della membership sia del mercato unico che dell’unione delle dogane in qualsiasi accordo provvisorio post-Brexit, e tiene aperta la possibilità che questo possa continuare in eterno. Ai politici britannici sembra sfuggire che non è loro la scelta un accordo provvisorio, figurarsi poi i suoi dettagli.
Si è aperto un dibattito sull’abrogazione del Communities act del 1972, che permetteva al Regno Unito l’accesso alla CEE e l’incorporazione delle leggi europee nella legislazione britannica. L’idea è che il progetto di legge trasferisca tutte le leggi più importanti nella legislazione britannica dopo la Brexit, per evitare discrepanze a livello legale.
Tuttavia, all’esecutivo verrebbero garantiti poteri che prima non aveva per cambiare qualsiasi legge all’interno del progetto di legge tramite legislazione secondaria e senza bisogno di riesame da parte del parlamento. Probabilmente il disegno di legge dovrà affrontare richieste di emendamenti e i partiti di opposizione hanno promesso un voto contrario a com’è stilato ora. Poiché il governo ha solo una piccola maggioranza a disposizione, grazie all’accordo di “supporto senza partecipazione” stabilito dal governo con il partito unionista democratico, non c’è certezza che il disegno di legge passerà.
Sono state pubblicate, o sono trapelate, delle bozze di documenti di posizione relative alla Brexit e alla politica sull’immigrazione post Brexit, che hanno ricevuto forti critiche, ma parleremo di questo un’altra volta. Attualmente, l’Euro viene scambiato a 91,56 penny; il giorno prima del voto era a 76,34 penny.