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Crescita UK Q3 Potrebbe Innescare Aumento Tassi

Di Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.

La caratteristica insolita delle performance del Regno Unito nel terzo trimestre del 2017 è che l’attenzione non è molto rivolta all’analisi dei trend sottostanti per vedere se un fattore “Brexit” sta trascinando a fondo l’economia, o se punta verso una Eldorado per le imprese britanniche mentre la nazione si smuove in spazi inesplorati e “guida il mondo” verso accordi sul libello scambio ridicolosamente lucrativi. Mentre sta avvenendo lo scrutinio dei dati dei portenti della Brexit, l’attenzione generale è rivolta al significato dei dati del terzo trimestre in termini di probabilità di vedere il primo aumento dei tassi d’interesse da parte della Bank of England dal 2007, quando si attestavano al 5,75%.

Andiamo con ordine. L’economia del Regno Unito è cresciuta ad un tasso dello 0,4% nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente, nel quale la crescita è arrivata allo 0,3%. L’aumento della produzione inglese è chiaramente modesto, ma arriva sulla scia di un rimbalzo (beh…) nel settore servizi, che predomina sull’economia britannica, e la crescita del terzo trimestre è arrivata allo 0,4%.

Chiaramente, è impossibile sapere come avrebbe reagito l’economia inglese se il voto al referendum fosse stato a favore di rimanere nell’UE, ma possiamo dire che la crescita sarebbe stata certamente più solida e gli investimenti di denaro verso il Regno Unito sarebbero stati maggiori, per la semplice ragione che gli affari odiano l’incertezza, e la Brexit ne ha invece prodotta in abbondanza. È probabile anche che in uno scenario come questo, la Bank of England non avrebbe avuto bisogno di espandere le attività di Quantitative Easing, e probabilmente avrebbe seguito la Federal Reserve e iniziato a normalizzare i tassi.

La Bank of England si trova di fronte a un dilemma: da una parte l’inflazione è al 3%, ben al di sopra del loro target del 2%, mentre quella salariale rimane indietro, a significare che i consumatori hanno meno reddito a loro disposizione. D’altra parte (a dispetto dei sostenitori del governo), il Regno Unito è relativamente debole e qualsiasi aumento degli interessi passivi metterebbe a rischio un ulteriore rallentamento. Un aumento dei tassi d’interesse darebbe una spinta alla Sterlina, compensando parzialmente il grado di inflazione sui prezzi dovuta all’aumento dei costi di importazione per beni e materiali (ma questo potrebbe non ricadere sui consumatori), ma eliminerebbe il vantaggio che gli esportatori inglesi hanno ora per via della relativa debolezza della Sterlina.

Il consenso di opinioni su come queste preoccupazioni contrastanti entreranno in gioco è che la Bank of England seguirà le indicazioni che ha dato nelle ultime settimane, e aumenterà i tassi dello 0,25% quando la commissione per la politica monetaria si riunirà a novembre (questo farebbe tornare i tassi ai livelli di agosto 2016, di per sé livelli storicamente molto bassi in quel momento).

Dr.Mike Campbell
Informazioni su Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.
 

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