Secondo il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti, l'economia statunitense ha creato 200,000 posti di lavoro a gennaio. Il livello di disoccupazione (cioè persone registrate come disoccupate e attivamente in cerca di lavoro) è rimasto stabile al 4,1%. Molti economisti ritengono che un livello del 5% di disoccupazione sia considerato a fini pratici come "pieno impiego", quindi se questa approssimazione è corretta, è improbabile che affondi al di sotto di questo livello.
I nuovi dati sulla creazione di posti di lavoro sono stati guidati in particolare da opportunità di assunzione nei settori dell'assistenza sanitaria, dell'edilizia e dei servizi alimentari.
Di maggiore importanza, forse, è che la crescita dei salari ha goduto della sua migliore performance in quasi un decennio. Il salario orario medio è aumentato del 2,9% in gennaio 2018 rispetto a gennaio 2017, l'aumento più forte registrato in 8 anni. Secondo il Dipartimento del lavoro, i salari orari medi sono aumentati di 75 centesimi nel corso dell'anno a 26,74 dollari e hanno mostrato un guadagno di 9 cent nel gennaio 2018 rispetto a dicembre 2017. 18 stati americani hanno recentemente aumentato il salario orario legale minimo. L'inflazione annuale negli Stati Uniti è attualmente pari al 2,1%, quindi l'aumento delle retribuzioni riflette un aumento molto modesto della capacità di spesa per il lavoratore americano medio.
In linea di principio, la piena occupazione dovrebbe portare a salari più alti in quanto i datori di lavoro cercano di attrarre lavoratori da un bacino ristretto e devono rendere le loro offerte più attraenti. Questo ragionamento è stato utilizzato in alcuni trimestri per spiegare il riaggiustamento di questo mese nei mercati azionari statunitensi e globali, suggerendo che l'aumento della pressione salariale porterebbe a un'inflazione (generale) più elevata, e rendendo più probabile un tasso di normalizzazione più rapido nella politica dei tassi di interesse. Tuttavia, è stato anche suggerito che i fiacchi aumenti salariali rischiano una stagnazione della spesa dei consumatori che potrebbe portare a un calo della domanda di beni prodotti a livello nazionale. Tra queste due argomentazioni, quest'ultima è più convincente in quanto poche persone noterebbero un ulteriore aumento dello 0,8% nel loro potere d'acquisto (inoltre, prove aneddotiche suggeriscono che i prezzi aumentino ad un ritmo più rapido di quanto suggeriscano le cifre ufficiali sull'inflazione). Le persone prudenti spenderanno di più sugli acquisti facoltativi, solo quando riterranno di poterselo permettere.