L'Eurozona si riferisce ai 19 membri dell'Unione Europea che condividono la moneta unica. In senso stretto, l’Eurozona non ha economia dal momento che è un'unione monetaria composta da 19 economie nazionali che riflettono tutte i punti di forza e di debolezza individuali, tuttavia, questo non ha mai impedito a nessuno di parlare dell'economia dell'Eurozona come se fosse un'economia nazionale. Tenendo questo a mente, l'economia dell'Eurozona è riuscita a registrare la migliore performance economica da quando le nubi temporalesche della crisi finanziaria globale si sono raccolte nel 2007.
L'economia dell'Eurozona ha registrato una crescita del 2,7% per il 2017, un livello che non si vedeva da un decennio, da quando l'economia del blocco gestiva una crescita del 3%. La cifra si riferisce a un confronto rispetto all’anno precedente per il quarto trimestre. I dati, da Eurostat, indicano che il blocco è cresciuto dello 0,6% nell'ultimo trimestre del 2017. L'Eurozona è ora una delle economie più forti che compongono l'economia globale. Il dato di crescita per l'economia dell'UE nel suo insieme è stato del 2,5% (compresi i 9 stati membri che non utilizzano l'euro). La dimensione dell'economia europea è di circa 20 mila miliardi di dollari, rendendola la seconda economia più grande dopo gli Stati Uniti. La crescita economica di cui gode l'Eurozona è attualmente il doppio di quella registrata nel Regno Unito, che è la seconda/terza più grande economia dell'UE (alla pari con la Francia, membro dell'Eurozona).
Probabilmente, i dati relativamente robusti sulla crescita faranno si che la BCE tenga a freno le sue attività di QE. Questo processo è in corso, con una riduzione degli acquisti di asset del QE da 60€ miliardi a 30€ miliardi al mese, a partire da febbraio 2018. La banca ha indicato che le sue attività di QE continueranno almeno fino a settembre.
Attualmente il tasso di interesse della BCE è a zero e addebita agli istituti finanziari lo 0,4% sui fondi depositati presso la banca. In definitiva, la BCE, come le altre banche centrali, dovrà scaricare il suo portafoglio di attività senza creare un mercato ribassista e (teoricamente) cancellare la moneta elettronica creata per pagare gli acquisti. Attira l’idea di lasciare questo denaro in circolazione, che creerebbe un rischio reale di innescare l'iperinflazione se gli investitori perdessero la fiducia nel denaro legale: nella Repubblica di Weimar si era provato l'esperimento di stampare denaro, con conseguenze disastrose che, probabilmente, portarono alla seconda guerra mondiale.