Forse stiamo finalmente superando la grande ombra gettata dalla crisi finanziaria globale con la crescita dell'UE che ha raggiunto un livello non visto dal 2007, prima che si scatenasse la tempesta. Secondo l’Eurostat, il blocco dei 28 membri UE è cresciuto del 2,5% per tutto l'anno 2017, la migliore performance che il blocco ha gestito da quando ha registrato una crescita annuale del 2,7% nel 2007. Tuttavia, perché la crisi potesse essere davvero alle nostre spalle, la BCE avrebbe dovuto porre fine alle misure di allentamento quantitativo e ripristinare la politica monetaria e i tassi di interesse verso livelli normali piuttosto che continuare l’attuale posizione accomodante. Questo richiederebbe inoltre che gli asset acquistati nell'ambito del QE vengano smaltiti, ovviamente.
L’Eurostat ha dichiarato che il quarto trimestre 2017 ha visto l'UE crescere dello 0,6% rispetto al terzo trimestre, un livello di crescita che corrisponde all'Eurozona e alla crescita nazionale di Germania e Francia. L'economia spagnola ha prodotto una crescita dello 0,7% per il quarto trimestre. Il blocco dell'Eurozona, composto da 19 membri, ha registrato una crescita annuale del 2,5%, che è stata anche la sua migliore performance dal 2007, quando si è espansa al 3%.
La disoccupazione nella zona euro è ancora al di sopra del suo miglior livello di performance del 7,3% (novembre 2007). Attualmente si attesta all'8,7%, che rappresenta la migliore prestazione da gennaio 2009 (la disoccupazione media si attesta al 9,76% nel periodo 1995 – 2017, e ha toccato un picco del 12,1% a febbraio 2013). Nell'area dell'euro 14,1 milioni di persone sono disoccupate, ma, comprensibilmente, i tassi di disoccupazione sono distribuiti in modo eterogeneo.
L'UE e l'Eurozona stanno entrambe beneficiando di una più ampia ripresa economica a livello globale, che sta incrementando le esportazioni nel resto del mondo. All'interno della stessa UE, gli analisti ritengono che l'occupazione quasi record, la bassa inflazione e l'aumento dei salari continueranno a sostenere la spesa dei consumatori. Dal lato pessimistico del saldo, i maggiori costi energetici (petrolio) e un rafforzamento dell'euro potrebbero limitare la crescita futura. Anche i fattori politici nel Regno Unito (Brexit) e in Italia (elezioni generali) potrebbero portare a turbolenze economiche, ma la crescita dovrebbe attestarsi al 2,2% quest'anno.