La scorsa settimana, sul sito web Buzzfeed è trapelato un rapporto governativo sulle conseguenze economiche di vari scenari di Brexit sul PIL del Regno Unito per un periodo di 15 anni. Il sito ha pubblicato le conclusioni generali dell'analisi, ma non è andato molto nello specifico. Vari parlamentari volevano che il documento fosse pubblicato e, seguendo un "umile indirizzo", il governo ha accordato che venisse messo a disposizione del comitato per la Brexit e visualizzato (in confidenza) dai parlamentari in una sala comune. Entro poche ore dalla messa a disposizione dei documenti ai parlamentari, la BBC ha ottenuto i dettagli dell'analisi su base regionale.
Il portavoce del governi ha rapidamente sottolineato (di nuovo) che l'analisi è parziale in quanto non riflette l'esito preferito del governo per una relazione commerciale "su misura" tra Regno Unito e UE dopo la Brexit, che consentirebbe un flusso di merci tra il Regno Unito e l'Unione Europea senza attriti e con il proseguimento degli scambi di servizi mentre si terminerebbe la libertà di circolazione, l'adesione al mercato unico e all'unione doganale e la giurisdizione della Corte di giustizia europea, allo stesso tempo permettendo al Regno Unito di firmare accordi di libero scambio con il resto del mondo. Può essere che i dipendenti pubblici che hanno preparato il rapporto non abbiano incluso questa opzione poiché si sono occupati di scenari di commercio probabili, lasciando da parte improbabili fantasie come questa.
L'analisi esamina tre scenari di Brexit: pieno accesso al mercato unico; un accordo di libero scambio globale; nessun accordo. In tutti gli scenari, il PIL diminuirebbe nel periodo di studio rispettivamente del 2, 5 e dell'8% (rivelato la scorsa settimana). Tuttavia, la fuga di notizie di ieri ha dimostrato che l'impatto di questi scenari varia notevolmente nel Regno Unito. Londra è andata meglio con i declini dell'1,2 e del 3,5%, ma il Nord Est vedrebbe cali del 3, 11 e del 16%, ad esempio.
Ironicamente, l'impatto di una Brexit avrebbe un effetto più negativo sulle regioni che hanno supportato la Brexit. Ciò probabilmente riflette il fatto che il sostegno alla Brexit non era tanto radicato nella disaffezione con l'UE di per sé, quanto per lo stress economico generale con concomitanti carenze nei servizi pubblici che sono state opportunamente sfogate nella direzione dell'UE. Questo rapporto mostra anche che l’uscita dall’UE non servirà ad affrontare le pressioni sociali ed economiche che hanno promosso il voto del Leave.