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Federal Reserve Alza il Tasso d’Interesse

Di Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.

Come ampiamente previsto, la Federal Reserve ha deciso di aumentare il tasso di interesse dello 0,25% durante la riunione di marzo. La mossa colloca i tassi di interesse statunitensi in una fascia compresa tra 1,5 e 1,75%, che è ancora molto bassa per gli standard storici. Il tasso di interesse medio a lungo termine negli Stati Uniti è del 5,73% (intervallo dallo 0,25% in dicembre 2008 – al 20% nel marzo 1980).

La mossa apre il range dei tassi di interesse pagati dalle principali banche centrali: la BCE lo 0%; la Bank of England lo 0,5%; la Bank of Japan il -0,1%; la Bank of Canada l’1,25%; la Reserve Bank of Australia l’1,5%. Per la cronaca, la Banca Centrale del Brasile offre il 6,5% e la Banca di Russia offre il 7,5%.

La Fed ha indicato che prevede altri due aumenti dei tassi quest'anno (dello 0,25%), con aumenti più rapidi in fase di sviluppo nel 2019. Il Federal Open Markets Committee, che stabilisce il tasso, si aspetta che la crescita degli Stati Uniti sia più forte di quanto previsto quest'anno, aumentando la proiezione di crescita dal 2,5 al 2,7%.

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha avvertito che una guerra commerciale americana potrebbe rappresentare un rischio per le prospettive dell'economia statunitense. Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che sarebbero state applicate delle tariffe sulle importazioni di acciaio e di prodotti in alluminio, con il rischio di ritorsioni tariffarie sulle esportazioni statunitensi verso i paesi colpiti.

Attualmente, l'inflazione degli Stati Uniti si attesta al 2,2% (per l'anno fino a febbraio), leggermente superiore all'obiettivo della Fed del 2%. Una preoccupazione al rialzo per l'inflazione potrebbe essere l'aumento dei salari in un contesto di quasi piena occupazione (4,1%). La Fed è "attenta" al rischio di una maggiore inflazione, ma non prevede un rapido aumento. Powell ha osservato: "Non c’è senso nei dati che dicono che siamo al culmine di un'accelerazione dell'inflazione". La normalizzazione dei tassi di interesse da accomodanti valori ultra-bassi significa che la Fed avrebbe l'opzione di abbassare i tassi per spingere l'economia. È probabile che l'aumento dei tassi soffochi l'inflazione aumentando l'offerta di moneta, ma ciò funziona solo se l'aumento del tasso ha un effetto significativo sul costo del prestito. I prestiti immobiliari commerciali negli Stati Uniti si attestano dal 4 al 5% mentre i prestiti personali (per quelli con buoni rating) sono compresi tra il 5,3 e il 7,4% a seconda della fonte e della durata.

Dr.Mike Campbell
Informazioni su Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.
 

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