Il presidente degli Stati Uniti ha fatto male i calcoli se veramente pensava che le nazioni esportatrici avrebbero accettato umilmente l'imposizione di dazi sui loro prodotti di acciaio e alluminio esportati nel mercato americano.
Il Messico esporta acciaio negli Stati Uniti, ma in realtà è un importatore netto di acciaio americano. Il Messico è il principale mercato per le esportazioni di carne suina dagli Stati Uniti. Il commercio bilaterale vale 600 miliardi di dollari l'anno e circa il 16% della produzione statunitense viene consumata in Messico; nel senso opposto, le esportazioni del Messico verso gli Stati Uniti valgono l'80% delle esportazioni commerciali del paese.
Il Messico ha risposto all'imposizione delle tariffe doganali statunitensi su alluminio e acciaio con dazi sulle importazioni di prodotti statunitensi, tra cui whisky, formaggio, mele, acciaio, bourbon, patate e carne suina. Si dice che la risposta mirata sia progettata per colpire le regioni detenute dai repubblicane prima delle elezioni a medio termine di quest'anno. Questo significa che i produttori americani di questi prodotti dovranno affrontare una barriera finanziaria (dal 20 al 25%) rispetto ai concorrenti non-americani che cercano di penetrare nel mercato messicano. I politici americani hanno accusato il colpo:
“Abbiamo bisogno del commercio e una delle cose che ci preoccupa sono le implicazioni a lungo termine che questi problemi commerciali avranno sulle nostre partnership con il Messico, il Canada e gli altri mercati, se i nostri clienti globali inizieranno a rivolgersi ad altre parti del mondo per le loro forniture, questo è un problema serio”, ha osservato Mike Naig, (repubblicano), segretario dell'Agricoltura dell'Iowa (Reuters).
L'Iowa è il principale stato produttore di carne suina degli Stati Uniti, quindi qualsiasi perdita nel giro di affari con il Messico potrebbe colpire il deputato al Congresso, Rod Blum (repubblicano), nelle elezioni a medio termine.
Si dice che la Casa Bianca di Trump favorisca gli accordi commerciali bilaterali con il Messico e il Canada, piuttosto che continuare con gli attuali accordi del NAFTA, ma nessuno dei partner statunitensi è entusiasta di questa mossa che potrebbe essere descritta come un approccio del tipo “divide et impera”.
Naturalmente, anche altre nazioni stanno progettando di reagire contro le tariffe doganali americane con le proprie misure mirate e simili. È probabile, ad esempio, che i produttori di acciaio europei danneggiati dai dazi statunitensi possano cercare di compensare il calo delle vendite trovando nuovi mercati...come il Messico per esempio?