Nel Regno Unito, è già da un po’ di tempo che si parla di un rialzo dei tassi di interesse, ma il Comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra ha sempre trovato un motivo convincente per rinviarlo. Questa riluttanza si è conclusa giovedì, quando il comitato ha concordato un aumento al tasso di interesse dello 0,25%. Questo aumento ha portato i tassi di interesse del Regno Unito ai massimi livelli da marzo 2009, quando erano stati ridotti dall'1% allo 0,5% - un minimo storico a quel tempo. Sulla scia del referendum sulla Brexit, i tassi sono stati ridotti allo 0,25% e sono rimasti lì tra agosto 2016 e novembre dell'anno scorso. La media a lungo termine per il tasso di interesse del Regno Unito si attesta al 7,58% (1971-2018) con un minimo dello 0,25% (agosto 2016) e un massimo del 17% (novembre 1979).
La reazione del mercato al cambiamento nel tasso è stata attenuata dalla crescente preoccupazione per una Brexit “no deal” e dal fatto che molti investitori lo avevano già messo in calcolo nelle loro previsioni. La sterlina ha continuato a perdere terreno rispetto alle altre principali valute sin dall'aumento.
Data l'entità dell'aumento e il valore di base molto basso dei tassi di interesse, il cambiamento avrà probabilmente solo un effetto marginale sulle imprese, con i prestiti che saranno leggermente più costosi (ovviamente i creditori non sono obbligati ad aumentare i tassi o a limitare eventuali aumenti alla BoE). Alzerà i mutui “tracker” (a tasso variabile) per 3,5 milioni di famiglie e aumenterà marginalmente gli interessi pagabili sui conti di deposito. Con un mutuo di 300,000£, l'aumento spinge i costi annuali di 448£. Il tasso d'inflazione del Regno Unito si attesta al 2,4%, pertanto l'interesse tipico sui conti di deposito è attualmente inferiore all'indice.
Mark Carney ha commentato l'aumento: “Ci sono una varietà di scenari che possono accadere con la Brexit ... ma in molti di questi scenari i tassi di interesse dovrebbero essere almeno a questi livelli e quindi questa decisione è coerente con questa linea di pensiero. Negli scenari in cui il tasso d'interesse dovrebbe essere più basso, beh sono fiducioso che allora il CPM, che si riunisce otto volte all'anno, prenderebbe la decisione giusta per aggiustare i tassi di interesse in quel momento”.