Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (73 anni fa) in Italia si sono susseguiti 65 governi ad occuparsi degli affari della nazione. L'attuale amministrazione in carica è un'amministrazione di coalizione populista tra il Movimento a Cinque Stelle e La Lega (ex Lega Nord). Le elezioni sono state viste come il risultato del disincanto pubblico nei confronti dei partiti principali che avevano governato la nazione dal fine guerra. Il governo putativo era quasi caduto sulla nomina del ministro delle Finanze, ma alla fine l’incarico è stato dato a un tecnocrate, Giovani Tria, evitando la crisi.
Il nuovo governo italiano ha appena pubblicato i suoi piani di bilancio, respingendo i desideri di Tria di mantenere il disavanzo pubblico al 2% del PIL italiano, arrivando invece al 2,4%. Secondo le norme che hanno stabilito l'euro, un deficit non dovrebbe superare il 3% del PIL. Gestire un deficit fiscale significa aumentare il debito nazionale per bilanciare i libri. Il debito italiano si attesta attualmente al 131% del PIL (secondo solo alla Grecia nella zona euro). Il debito nazionale italiano è già di 2,300 miliardi di euro.
Con il suo primo bilancio, il governo intende “mettere fine alla povertà” e vuole fissare un livello di reddito minimo per i disoccupati (all'ultimo conteggio il 10,4%, ovvero 2,7 milioni di persone). Il governo intende anche tagliare le tasse, abolire l’aumento dell’età di pensionamento e offrire un reddito di base per i disoccupati (reddito di cittadinanza). Un economista fiscale, anche se solo remotamente considerato “aggressivo”, ha fatto notare che questi obiettivi verranno pagati dalle generazioni future in quanto dovranno servire il debito da loro creato - tuttavia, il piano di bilancio sarà molto gradito dagli italiani più poveri.
Il bilancio (che deve ottenere l'approvazione parlamentare il prossimo mese) mira a fornire un reddito di base di 780€ al mese alle famiglie più povere, tagliare gli scaglioni fiscali dal 23-43% al 15-20%, fissare un trattamento minimo per le pensioni e abolire i piani per un aumento dell’età pensionabile.
La Comunità Europea aveva sollecitato l'Italia ad affrontare il suo onere del debito, che secondo i criteri di convergenza, era limitato ad un obiettivo del 60% del PIL, ma che si è arenato quando è scoppiata la crisi finanziaria globale; anche il debito tedesco è del 64,1%. Sotto il precedente governo italiano, il piano prevedeva un disavanzo dello 0,8% nel bilancio attuale, con l'obiettivo di eliminare il deficit entro il 2020.
La reazione del mercato ai piani di bilancio può essere vista nell'ampliamento dello spread tra i titoli di stato italiani e tedeschi emerso da quando ieri sono stati annunciati i piani del governo italiano.
La decisione sfida la richiesta di Bruxelles all'Italia di frenare il suo debito.
Venerdì, la notizia ha colpito i costi di indebitamento italiani e voci dicono che il presidente italiano Mattarella abbia sollecitato il ministro Tria a non dimettersi. Tutti gli occhi sono ora puntati sullo “spread” - il divario tra i rendimenti dei titoli italiani e tedeschi - che venerdì è andato oltre 270, mentre Piazza Affari sta perdendo il 4% al momento della scrittura.