Il parlamento del Regno Unito sarà in sessione per una settimana prima di rientrare nuovamente per consentire ai maggiori partiti di tenere le loro conferenze. Salta di un mese l'originale scadenza a ottobre per una “hard Brexit” perché il Regno Unito e l’Unione Europea trovino un accordo che consenta un periodo transitorio di due anni dopo la Brexit a per abbozzare (se non con maggiori dettagli) la futura relazione commerciale tra i due.
Il governo afferma di essere arrivato a una posizione, l'accordo di Checkers, che espone ciò che il Regno Unito vuole dall'UE dopo la Brexit e che cosa farà per ottenerlo. In sostanza, ha accettato di attenersi alle regole dell'UE in modo tale che le merci (compresi i prodotti alimentari) possano fluire tra i due quasi senza attriti. Tuttavia, afferma che finirà la libertà di circolazione e che il Regno Unito lascerà sia l'unione doganale che il mercato unico. L’accordo propone che il Regno Unito raccolga dazi per l'UE sulle merci importate dal resto del mondo nel Regno Unito e che vengono vendute in Europa, per restituirli all'UE.L'accordo di Checkers dovrebbe riguardare una posizione unitaria del governo, quindi i ministri devono sostenerlo o dimettersi dal governo; questo ha innescato le dimissioni del ministro degli esteri (Boris Johnson) e del segretario di stato per l’uscita dall’UE (David Davis). Tuttavia, il fine settimana ha visto due ministri discutere sul costo di una Brexit “no deal” (il cancelliere e il segretario al commercio) che a detta dal cancelliere porterebbe un deficit annuale di 80 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche.
L'accordo di Checkers è stato deriso dall'ERG all'interno del partito dei Tory, considerato come inaccettabile. Dicono che lascerebbe il Regno Unito troppo vicino all'UE e incapace di concludere accordi commerciali (una posizione ampliata nell’articolo sul Telegraph di ieri a firma di Boris Johnson nel suo solito florido stile, visto da molti come un precursore di una sfida alla leadership contro la May) , dicendo che il Regno Unito diventerebbe uno “stato vassallo” dell'UE. Ai Remainers non piace perché non può avvicinarsi ai benefici dell'adesione all'UE, e perché richiederà pagamenti continui e vedrà il Regno Unito perdere la sua voce in Europa. Infine, Michel Barnier ha respinto i principi centrali del piano come impraticabili, illegali o una minaccia all'integrità del mercato unico. In effetti, l'accordo di Checkers è nato morto.
Quindi, in che posizione viene lasciato il Regno Unito? Un’ottima domanda per la quale non esiste al momento una risposta chiara. C'è un crescente consenso popolare per un “People's Vote” cioé un referendum su qualsiasi accordo verrà preso dal governo con l'UE. Richiedere l'approvazione dell’accordo da parte del popolo, e offrirebbe gravemente la possibilità di rimanere nell'UE. Nessuno dei due partiti ha appoggiato la chiamata, ma sta aumentando la pressione sul partito laburista perché adotti questa politica alla sua conferenza. Il governo, da parte sua, sta continuando a negoziare con l'UE sulla base dell'accordo di Checkers, ma è difficile capire cosa ne deriverà senza ulteriori, maggiori concessioni da parte del governo del Regno Unito, sgradevoli però alla sua ala euroscettica. Si ritiene che il parlamento non appoggerà un accordo “no deal”, ma, ancora una volta, non è chiaro cosa succederebbe in uno scenario del genere, anche se ne potrebbero risultare nuove elezioni. La Brexit è diventata una catastrofe politica che non può soddisfare i parlamentari o il paese poiché non vi è consenso su come (o se) potrà essere raggiunta. Grazie, David Cameron.