Mervyn (ora Lord) King era il predecessore di Mark Carney come governatore della Bank of England. Ha difeso quella che molti descrivono come una Hard Brexit, affermando che la decisione del Regno Unito fornisce “reali opportunità” per la riforma economica. È stato meno disponibile a parlare del suo effettivo voto al referendum o precisamente quali riforme aveva in mente e perché, sebbene avesse suggerito che i guadagni potevano derivare dalla riforma agricola (presumibilmente con il ritiro dalla PAC).
In un'intervista con la BBC, Lord King ha attaccato l'approccio del governo britannico al processo Brexit, additandolo come “incompetente” e ha suggerito che la mancanza di un'adeguata preparazione per uno scenario “no deal” aveva lasciato il paese in una debole posizione negoziale. Ha detto che era “inconcepibile” che la sesta economia più grande al mondo dovesse avere in programma di accumulare cibo e forniture mediche per far fronte a un improvviso scisma con l'UE.
“Un governo che non può intervenire per prevenire alcuni di questi esiti catastrofici dimostra un'intera mancanza di preparazione: non ci dice se la politica di permanenza nell'UE sia buona o cattiva, ci dice invece l'incompetenza per la preparazione a questa eventualità. Non abbiamo avuto una posizione credibile nei negoziati, perché non abbiamo messo in campo misure in cui potessimo dire ai nostri colleghi in Europa: “Ci piacerebbe un accordo di libero scambio, pensiamo che probabilmente ne vogliate uno anche voi, ma se non riusciamo a trovare quest'accordo, non fraintendiamoci, abbiamo messo in atto delle misure che ci permetteranno di andarcene senza.” Per correttezza, ha suggerito che sarebbero stati necessari diversi anni di pianificazione per arrivare a quel punto. Politicamente, il governo non avrebbe potuto prendersi facilmente del tempo per farlo senza essere accusato dai Brexiters di “tradire la volontà del popolo”.
L'ex governatore ha suggerito che il Regno Unito potrebbe finire con una Brexit “solo di nome”, dove il Regno Unito deve rispettare tutti i regolamenti dell'UE, ma non ha più voce in capitolo nel plasmarli, qualcosa che ha descritto come il peggio da tutti i punti di vista.
Lord King ha aggiunto: “Penso che il maggior rischio per il Regno Unito, e questo è ciò che mi preoccupa di più, sia che questo problema non scomparirà, si sa che il referendum non l'ha deciso, perché entrambi i campi sentono di non aver ottenuto quello che volevano”.
Ha espresso sorpresa per il fatto che sia stato più facile per l'UE dei 27 trovare una posizione di consenso, che per il governo britannico (non sorprende perché il governo non ha mai avuto un'opinione unificata su uno qualsiasi degli aspetti della Brexit da quando è iniziato l'incubo). “Dovevano essere davvero preoccupati di avere 27 paesi da mettere alle strette, come potevano avere una posizione negoziale unitaria, avevano a che fare con un paese che era un unico paese, che ha preso una decisione chiara, che ha votato per andarsene, che sapeva cosa volevo fare, come diamene poteva riuscire l'UE a negoziare contro quest’unico gruppo decisivo dall'altra parte della Manica? Beh, la realtà è completamente l'opposto.L'UE è stata unita, è stata chiara, è stata paziente ed è il Regno Unito che è stato diviso senza alcuna strategia chiara su come arrivare dove vogliamo andare”.
Ha dato la sua opinione personale sui principali problemi che affliggono la nazione britannica: “I maggiori problemi economici che affliggono il Regno Unito sono: risparmiamo troppo poco, non abbiamo ancora trovato il modo di risparmiare per la pensione, penso che il sistema pensionistico stia affrontando una sfida reale, non abbiamo elaborato il modo di risparmiare abbastanza per il servizio sanitario nazionale e di come finanziarlo, non abbiamo calcolato come faremo a risparmiare abbastanza per fornire assistenza agli anziani. Queste sono le grandi sfide economiche che dobbiamo affrontare, ma vengono attualmente discusse in modo aperto? No, perché il dibattito politico è stato completamente assorbito dalla Brexi”, ha detto. “È una discussione in cui entrambe le parti sembrano insultarsi a vicenda”.
Gli si potrebbe dire che questi sono problemi domestici, nel Regno Unito, problemi che non hanno nulla a che fare con l'appartenenza all'UE e persisteranno quando (o se?) il Regno Unito lascerà effettivamente il blocco. Di sicuro, tenderanno ad aggravarsi se (come previsto) il PIL e le tasse fiscali del Regno Unito verranno gravemente influenzati dalla Brexit.