Molti osservatori ritengono che sia stato un atto di pura indulgenza quello del gruppo di 48 parlamentari Tory che hanno innescato un voto di sfiducia contro Theresa May con il processo della Brexit in una fase così critica. La sfida è fallita visto che 200 parlamentari hanno confermato la loro “fiducia” alla leadership del premier, mentre 117 hanno votato contro di lei.
I fedelissimi della May affermano che il risultato è un netto sostegno alla sua leadership (ok, sotto le feste siamo tutti più buoni). Chiaramente, questa è una sciocchezza poiché più di un terzo dei suoi parlamentari non ha fiducia in lei. Al massimo si può affermare che poteva andare molto peggio e perlomeno per dodici mesi la May sarà al sicuro da un’ulteriore sfida del genere. La “vittoria” non è stata raggiunta senza costi. La May ha dovuto riconoscere che non condurrà il partito alle “prossime elezioni”. Nel linguaggio politico, questo deve essere messo tra virgolette visto che le prossime elezioni programmate sono nel 2022, tuttavia, se si chiamassero le elezioni anticipate, per il partito dei Tory sarebbe difficile eleggere in tempo un nuovo leader da presentare alla nazione come primo ministro, specialmente in quanto una gara per la leadership sarebbe sanguinosa.
I denigratori della May sottolineano le dimensioni del voto contro di lei, vanamente opinando che ora dovrebbe dimettersi. Più seriamente, le stime mettono il numero dei suoi colleghi disposti a votare contro il suo accordo di ritiro con l'UE a 104. I 117 voti di sfiducia alla sua leadership sono significativamente al di sopra dei 104, e non è di buon auspicio per le sue possibilità di ottenere l’appoggio parlamentare quando ne avrà bisogno.
La May ha ripreso il suo fascino aggressivo in tutta Europa, sperando di ottenere il sostegno per una formulazione di parole che possa disinnescare il problema del blocco irlandese, ma anche se lo ottenesse, il parere legale del Procuratore generale è in bianco e nero e enuncia solo quello che potrebbe significare. Da parte sua, l'Unione europea è fermamente convinta che non ci sarà una rinegoziazione dell'accordo e che il backstop è un requisito necessario per evitare un confine in Irlanda difficile e inevitabile a causa delle “linee rosse” della May.
La maggior parte degli osservatori pensa che verrà lanciata una mozione di “sfiducia” laburista solo se (quando) verrà sconfitto l’accordo di ritiro nel “voto significativo”. La matematica del parlamento (e la lealtà al clan) rendono improbabile che il governo della May cadrà in quella fase.