Uno dei principali vantaggi che la Brexit (se ce ne dovesse essere una) rimuoverà dal settore finanziario britannico è il “passporting”. Questa struttura consente a una banca registrata nel Regno Unito (ma non a una banca dell'UE) di operare nell'UE con tutta facilità, come se avesse una base nel paese in cui opera. Non è stato detto molto sul futuro del settore economico dominante del Regno Unito, il settore dei servizi, che rappresenta circa quattro quinti del PIL del Regno Unito. Una cosa è certa: le banche perderanno il passporting il 30/3/19.
Quindi, se sei una banca “domestica” del Regno Unito (esiste davvero una cosa del genere in un’economia globale?), l'unico modo per continuare a godere dei benefici del passporting è stabilire una presenza sufficientemente ampia in uno stato UE, proprio come molte banche straniere avevano fatto nel Regno Unito.
Barclays Bank è dovuta rivolgersi alla Corte Suprema del Regno Unito per chiedere il permesso di trasferire a Dublino risorse sostanziali che permetteranno alla banca di continuare le sue attività di passporting operando da uno stato dell'UE, cioé l'Irlanda, dopo la Brexit.
La Corte Suprema ha concesso a Barclays il permesso di trasferire a Dublino circa 170 miliardi di sterline in asset, un trasferimento che coinvolge i conti di circa 5000 clienti. La somma rappresenta circa il 15% del patrimonio della banca, che ammonta a circa 1,200 miliardi di sterline. Mentre si prevede che la decisione avrà un impatto limitato sull'occupazione, qualsiasi tassa sulle commissioni generate dalle transazioni verrà pagata all'erario irlandese e non agli inglesi. Questa mossa sarà pronta per la data della Brexit alla fine di marzo e creerà ulteriori 150 posti di lavoro a Dublino, raddoppiando la forza lavoro.
La sentenza della Corte dice: “A causa della persistente incertezza sulla possibilità o meno di una Brexit senza accordo, il gruppo Barclays ha deciso di non poter più attendere di attuare il programma. La concezione del sistema si basa sul presupposto che non vi sarà alcun risultato favorevole dagli attuali negoziati politici tra il Regno Unito e l'UE per quanto riguarda il passporting o la concessione di un equivalente status al Regno Unito in relazione ai servizi finanziari”.