Più le Cose Cambiano...

È vero che nessun Primo Ministro britannico ha mai subito una sconfitta più grande (o una quasi altrettanto grande) di quella vissuta dalla May martedì sera. È anche vero che nel corso degli anni, i PM che hanno subito gravi sconfitte su elementi chiave della legislazione si sono dimessi personalmente e / o hanno dato il via a elezioni generali. Non così per la May. Tuttavia, ha chiarito di aspettarsi una mozione di sfiducia nel suo governo, e così è stato giusto ieri.

L'amministrazione della May è sopravvissuta al voto con una maggioranza di 19, con la divisione che riflette semplicemente il numero di parlamentari nel suo partito più i suoi sostenitori nel DUP e una manciata di parlamentari indipendenti - l'opposizione si è opposta, ma ha mancato i numeri per mettere insieme una maggioranza. Di certo non si tratta di un appoggio incondizionato a un popolare PM che ha goduto della fiducia del suo partito e del rispetto di una parte significativa del resto della Camera, ma di un riflesso del tribalismo politico britannico. Tuttavia, è riuscita a sopravvivere.

La scorsa notte, la May ha contattato gli altri partiti e invitato i loro leader ad incontrarla individualmente, ma non appena le sono uscite queste parole di bocca, ha ripetuto che il “no deal” rimaneva un'opzione e che non sarebbe stata rimossa dal tavolo. Questo è stato abbastanza ragionevole perché l'onorevole Corbyn rifiutasse l'invito. Altri leader hanno fatto inviti analoghi e hanno anche ripetuto il suggerimento che dovrebbe essere discussa seriamente la prospettiva di un ulteriore ”People's Vote”. Fresco della sua storica sconfitta di martedì, il primo ministro ha escluso anche quest’opzione, insistendo sul fatto che deve onorare lo stretto mandato del contenzioso referendum del 2016. Il fatto che i sondaggi abbiano costantemente dimostrato che la maggioranza si è spostata a favore della posizione del Remain ormai da molti mesi, che tutti i collegi elettorali nazionali ora favoriscano un altro voto e che gli elettori più giovani (recentemente elogiati) siano fortemente europeisti, non l’hanno smossa dalla sua posizione.

Mentre altri leader si sono incontrati con il Primo Ministro e senza dubbio alcuni “deputati più anziani di tutti gli schieramenti" lo faranno, resta il fatto che il suo accordo è estinto come il dodo. L'UE ha chiarito che a meno che la posizione del Regno Unito non cambi (rimuovendo alcune delle linee rosse poste dalla May), non vi saranno nuovi negoziati, quindi non c'è alcuna possibilità che il suo accordo risorga come una fenice dalle ceneri della più grande sconfitta politica nella storia britannica facendo scoppiare l'armonia a Westminster.

Ci sono forti richieste da parte di molti ambienti (non ultimi i sostenitori all'interno del suo stesso partito): il Partito laburista, altri partiti politici, sindacati, gruppi di campagne pro-Remain e gruppi di lavoro, per sostenere Corbyn in un ulteriore referendum. Data l'impasse politica, questa tentazione potrebbe rivelarsi irresistibile.

Brexit

La scorsa notte, in uno sviluppo interessante, il Cancelliere Philip Hammond ha detto agli imprenditori di credere che in pochi giorni il Parlamento avrebbe tolto dal tavolo l'opzione del “no deal” e che l'A50 avrebbe potuto essere annullato. La teleconferenza aveva lo scopo di calmare i timori per una catastrofica uscita dall'UE senza nessun accordo (il che significa che non si verificherà un periodo transitorio). Hammond si è battuto per restare nell’UE ed era un sostenitore di una Brexit molto morbida.

Il prossimo grande evento si terrà lunedì con la presentazione del “piano B” della May - è stato promesso che la mozione può essere modificata. La reazione del mercato Forex continua ad essere abbastanza tenue rispetto agli sviluppi a Westminster, ma l'euro si è indebolito marginalmente contro la sterlina. Ciò non sorprende visto che i voti sono andati come previsto, anche se il margine della sconfitta di martedì è stato più consistente di quanto previsto da molti.

Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.