In termini economici, viene definita recessione quando si hanno due (o più) trimestri successivi in cui si contrae il Prodotto Interno Lordo (PIL) di una nazione.
L'economia italiana si è ridotta dello 0,1% nel terzo trimestre 2018 e dello 0,2% nell'ultimo trimestre dell'anno, spingendola verso la recessione. Il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, ritiene che la recessione probabilmente continuerà almeno nel primo trimestre del 2019. L'economia italiana è la terza più grande nell'Eurozona, dietro a Germania e Francia.
L'Istat, l’ufficio statistico italiano, responsabile della produzione dei dati, ha spiegato che, nonostante l'aumento delle esportazioni nette, la contrazione ha provocato flessioni nei settori agricolo, forestale, della pesca e industriale.
La contrazione dell'economia italiana sta a significare che l'erario raccoglierà meno tasse rispetto al passato. Di conseguenza, qualsiasi deficit tra la spesa pubblica e le entrate dovrà essere coperto tramite prestiti. L'Italia ha già il più grande debito pubblico nell'area euro, a circa 2,300 miliardi di euro (al confronto, il debito pubblico greco si attesta a circa 390 miliardi di euro - circa un sesto!). Infatti, l'Italia ha il quarto più grande debito pubblico al mondo dietro a Giappone, Libano e Yemen. Se il debito è espresso in rapporto al PIL, l'Italia è al secondo posto dietro la Grecia come nazione più indebitata nell'Eurozona (132% del PIL rispetto al 182%). Questi fatti spiegano perché di recente la CE fosse così preoccupata circa i piani italiani per la crescita economica, scegliendo coraggiosamente di opporsi al budget proposto dall'Italia. La CE richiede che i bilanci di tutti gli Stati membri della zona euro debbano essere approvati per garantire la stabilità dell'euro; si tratta di una misura decisa dall'UE quando è stato proposto il lancio dell'euro, e fa parte dei criteri di convergenza.
Nel complesso, la crescita nell'Eurozona per il quarto trimestre del 2018 si è attestata allo 0,3%.