Gli ultimi colpi di scena della saga della Brexit hanno visto il voto del parlamento per consentire una serie di “voti indicativi” domani, nella speranza di trovare un percorso verso (o fuori) dalla Brexit che possa trovare abbastanza sostegno parlamentare da far emergere una posizione di maggioranza. Mentre il governo stava (forse!) progettando qualcosa di simile, ha insistito sul fatto di non poter essere vincolato dall'esito del processo. Nel caso, la perdita dell'emendamento Letwin (329-302) ha visto 30 deputati conservatori votare contro il loro partito e tre ministri dimettersi per poter sostenere l'emendamento.
Gli eventi di ieri agiscono sullo sfondo di una petizione al Parlamento che chiede la revoca dell'articolo 50 firmata da 5,676 milioni di cittadini britannici (la petizione è ancora aperta, ma non ha altro che un effetto simbolico) e di una marcia dalla campagna del People’s Vote nel centro di Londra che sabato ha attirato oltre un milione di partecipanti.
Ieri la May si è incontrata con un gruppo di colleghi sostenitori del Remain e si riporta sia stata influenzata nell’evitare una Brexit “no deal” per il timore che ciò possa portare a una possibile rottura del Regno Unito (l'unico modo per evitare questo, sotto il suo controllo, sarebbe di usare la Prerogativa Reale per revocare la notifica all’A50, ovviamente).
Sembra improbabile che si svolga questa settimana il terzo “voto significativo” (MV3), visto che i colleghi DUP del governo non sono disposti a sostenerlo, e senza il loro appoggio molti sull'ala euroscettica del partito dell’ERG nei Tory non lo sosterranno. Sono infuriate le speculazioni secondo cui la May potrebbe perdere il MV3, e la sua posizione come PM sarebbe quindi insostenibile. Sembra probabile che un “decreto legislativo” che cambierà la data dell'uscita del Regno Unito dall'UE otterrà comunque la necessaria approvazione parlamentare.
È chiaro che la maggioranza dei parlamentari non vuole vedere il Regno Unito lasciare l'UE senza un accordo, ma in assenza di una chiara alternativa, quella rimane la posizione predefinita se lo stallo prevale fino a (praticamente) il 10/4/19. È possibile che la flessione dei muscoli del Parlamento stia a significare che entro giovedì potrebbe essere identificata provvisoriamente una strada fuori dal labirinto, ma comunque...