Secondo i dati ufficiali del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti per aprile è sceso al 3,6%. Questa pietra miliare segna il più basso livello di disoccupazione ufficiale negli Stati Uniti dal dicembre 1969. Pochissime persone facenti parte della forza lavoro nel ’69 staranno tuttora lavorando visto che avrebbero minimo 66 anni, se fossero nate nel 1953 avendo quindi 16 anni nel 1969. Il 1969 fu l'anno del festival di Woodstock; l'apice della guerra in Vietnam (“la lotteria” durante il periodo di arruolamento, iniziò nel dicembre 1969); il 1969 ha anche visto il primo uomo sulla luna (Neil Armstrong). Ovviamente, la base statistica di come viene stabilita la figura del disoccupato è stata modificata in modo significativo dal 1969!
Secondo il Dipartimento del Lavoro, ad aprile sono stati creati 263,000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,8 al 3,6%.
Molti economisti ritengono che qualsiasi cifra di disoccupazione inferiore al 5% rappresenti un impiego “pieno” e debba innescare un certo livello di inflazione salariale. Tuttavia, tale ipotesi si basa su un “vero conteggio” della disoccupazione. Un disoccupato, è una persona che deve essere registrata come disoccupata e attivamente alla ricerca di lavoro. Ciò può portare a una sottostima delle vere cifre per quelli che sono senza lavoro e desiderano lavorare.
Le retribuzioni medie sono attualmente in rialzo ad un tasso del 3,2% che è superiore al valore dell'inflazione dei prezzi, che attualmente si attesta all'1,9% (marzo 2019). In linea di principio, ciò significa che i consumatori americani nel mondo del lavoro avranno un po’ più di reddito disponibile. I dati sulla creazione di posti di lavoro sono stati ripartiti su aprile per la maggior parte dei settori dell'economia statunitense, indicativi di una forte performance economica sottostante (almeno per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro).
L'ipotesi che l'economia americana sia al pieno impiego è messa in discussione dal fatto che il numero di persone che sono impegante in un lavoro part-time, ma in cerca di ore a tempo pieno, è rimasto invariato a 4,7 milioni. Ciò rappresenta una riserva di dipendenti che le imprese potrebbero sfruttare prima di dover competere per i lavoratori aumentando i salari e migliorando le condizioni di lavoro.