Syriza rappresentava una coalizione di partiti di sinistra che ha governato la Grecia dal 2015, anno di svolta per la politica greca a causa del malcontento della popolazione per i partiti tradizionalisti del paese. La Grecia era stata sconvolta dagli effetti combinati della crisi finanziaria globale e dalla scoperta che il suo governo aveva confuso le cifre economiche per consentire alla nazione di aderire all’euro nella prima ondata dei nuovi arrivati. Il fatto che la Grecia non avesse effettivamente rispettato i criteri di convergenza per l’adesione all’euro ha portato in primo luogo all’addebito di importi insostenibili per finanziare i suoi prestiti sui mercati monetari internazionali e innescato di conseguenza la crisi del debito sovrano europeo che, a un certo punto, ha minacciato il futuro dell’euro stesso.
La Grecia è stata costretta ad affrontare le altre nazioni dell'Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale per assicurarsi finanziamenti a buon mercato per le sue necessità di finanziamento, ma i prestiti sono arrivati con caveat progettati per riportare l’economia greca a una traiettoria sostenibile. Ciò ha comportato tagli molto significativi alla spesa pubblica (in particolare incidendo sulle pensioni e sulla spesa per la sicurezza sociale) e riforme a imprese statali, che richiedevano una maggiore privatizzazione. Inutile dire che sono state molto impopolari tra i cittadini greci e alla fine hanno portato all’elezione di un governo di sinistra radicale nella promessa di porre fine all’austerità e di indurre i creditori a offrire importanti svalutazioni del debito greco. In definitiva, questa politica ha fallito, e piuttosto che rischiare l’uscita dall’euro (ricordate la Grexit?), il governo è stato costretto a onorare l’obbligo assunto dai suoi predecessori, trovando uno spazio limitato per mitigare l’austerità.
A seguito della scarsa visibilità alle elezioni locali ed europee, Alexis Tsipras, il premier greco ha deciso di andare a elezioni anticipate lo scorso fine settimana. Il risultato è che Syriza è stato spazzato via dal potere.
Il nuovo governo in Grecia sarà guidato da Kyriakos Mitsotakis di Nea Demokratia, un partito di centrodestra. Nea Demokratia ha vinto con il 39,85% dei voti, mentre Syriza ha ottenuto il 31,5%, il che significa che Mitsotakis avrà una maggioranza assoluta nel nuovo parlamento. Nea Demokratia ha promesso di abbassare le tasse, aumentare la privatizzazione dei servizi pubblici e spera di rinegoziare un accordo con i suoi creditori per poter incrementare gli investimenti verso l’interno del paese.