Il Fondo monetario internazionale ha affermato che la crescita mondiale è scesa al suo livello più basso dalla crisi finanziaria globale. L’FMI ha anche puntato il dito contro i due maggiori contribuenti a questo declino: l’incertezza causata dalla Brexit (colpa di David Cameron) e le politiche commerciali statunitensi (colpa di Donald Trump).
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, quest’anno la crescita globale si indebolirà rispetto alla proiezione precedente del 3,2%, al 3% (uno 0,2% potrebbe non sembrare molto, ma rappresenta circa 160 miliardi di dollari). Nei paesi industrializzati, l’espansione scivolerà dal 2,3% dell’anno scorso all’1,7% per quest’anno. L’FMI prevede inoltre che l’espansione dell’economia statunitense rallenterà dal 2,9% dello scorso anno al 2,4% di quest’anno, poiché si esaurirà l’impatto della spinta economica derivante dalla riduzione delle tasse del 2017.
L’economia del Regno Unito dovrebbe rallentare dall’1,4% (2018) all’1,2% nell’anno in corso a causa dell’incertezza della Brexit che ha anche provocato un deficit di investimenti internazionali nell’economia del Regno Unito.
Il motore economico dell’UE, la Germania, vedrà probabilmente una caduta dell’1%: dall’1,5% dell’anno scorso, allo 0,5% del 2019. Ovviamente, all’origine di questo declino sono le controversie commerciali globali e il fattore Brexit, ma una parte sostanziale di questo calo è stata attribuita a una flessione della produzione automobilistica tedesca.
La Cina era il principale obiettivo della guerra commerciale intrapresa da Trump, e la sua economia dovrebbe ridursi dal 6,6% al 6,1% - un tasso di espansione ancora fenomenale se i dati vengono presi al valore nominale. Quella cinese è la seconda economia più grande al mondo e vale circa 13,400 miliardi di dollari (anche se studi recenti affermano che si tratta di una cifra gonfiata).
Il FMI ritiene che il denaro “a basso costo” delle banche centrali mondiali abbia contribuito a compensare il rallentamento dell’economia globale dello 0,5%; secondo il rapporto: “le banche centrali potrebbero avere poco margine nel momento in cui l’economia arrivasse ad un punto più difficile, perché per compensare gli errori politici gli restano azioni limitate”. In questo momento, i passi falsi a livello politico, come una Brexit senza accordi o un ulteriore aggravarsi delle controversie commerciali, potrebbero compromettere gravemente il clima di fiducia, la crescita e la creazione di posti di lavoro. La priorità principale, in molti casi, è rimuovere l’incertezza indotta dalla politica o le minacce alla crescita”.
Il rapporto del Fondo monetario internazionale chiaramente non riceverà un caloroso benvenuto al 10 Downing Street o alla Casa Bianca.