Al centro del processo di impeachment contro il presidente Trump, v'è la questione se il presidente abbia abusato del potere del suo ufficio per costringere un potere straniero ad avviare un’indagine contro il suo rivale politico. La domanda in questione è se Trump abbia utilizzato la promessa di aiuti militari statunitensi all’Ucraina contro Mosca, come leva per ottenere che la sua controparte indagasse sulla presunta corruzione o sull’abuso di influenza dell’ex vicepresidente americano Joe Biden a beneficio di suo figlio Hunter.
Non ci sono prove che suggeriscano (né tantomeno dimostrino) che Biden abbia agito illegalmente, ma il problema qui non è rappresentato dalle loro azioni, ma da quelle del Presidente nell’usare la sua influenza per far in modo che un potere straniero avvii un’indagine su dei cittadini americani: in tal caso, si tratterebbe di “alta criminalità o reato” invalicabile che potrebbe portare all’impeachment.
Trump sembra non essere consapevole del fatto che ciò che può passare come uso accettabile del potere finanziario nella vita delle imprese americane, una parte della cosiddetta “arte di fare affari” per intenderci, vada oltre il limite quando sei un capo di stato.
Nella serie di sviluppi più recente, l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’UE (un incaricato proveniente dal mondo degli affari di Trump) Gordon Sondland, ha richiesto che alla sua originale testimonianza sull’indagine di impeachment venisse aggiunta un’ulteriore testimonianza per l’esistenza di un quid pro quo che collega gli aiuti militari statunitensi alle prospettive di un’indagine di Biden, in una dichiarazione secondo la quale:
“All’inizio di settembre 2019, e in assenza di una spiegazione credibile per la sospensione degli aiuti militari, ho presunto che la suddetta sospensione fosse collegata alla dichiarazione di anticorruzione proposta”.
Allo stesso modo, proprio ieri Adam Schiff, il democratico a capo dell’indagine sull’impeachment del presidente Trump, ha affermato che il massimo diplomatico americano in Ucraina, Bill Taylor, la prossima settimana apparirà in una seduta pubblica televisiva per illustrare la sua comunicazione scritta ai fini dell’inchiesta. Tale testimonianza è stata corroborata da altre fonti e fa riferimento a due funzionari del dipartimento di stato che affermano che il presidente Trump non avrebbe “firmato un assegno” per il pacchetto di aiuti militari da 400 milioni di dollari fino a quando l’Ucraina non avesse consegnato la sua parte dell’accordo.
È improbabile che al Senato si raccolgano abbastanza voti per far rimuovere Trump dalla sua carica, ma è quasi certo che le accuse contro di lui verranno formalizzate. Probabilmente le udienze dureranno mesi, protraendosi al nuovo anno, quando si prevede che Trump potrà ricandidarsi alle elezioni.