La prima sessione di trading completa del 2020 è iniziata positivamente, ma molti investitori hanno prolungato le proprie festività di fine anno per ricominciare lunedì (mentre in alcuni paesi il 6 di gennaio si celebra l’Epifania quindi è giorno festivo). In linea di massima, l’inizio ottimista è dovuto alla notizia di un putativo accordo commerciale di “fase uno” tra gli Stati Uniti e la Cina che il presidente Trump firmerà alla Casa Bianca il 15 gennaio 2020. Questo accordo iniziale non segna la fine della disputa commerciale, ma ci troviamo in un momento dell’anno tradizionale in quanto a ottimismo. Un secondo motivo per i guadagni al rialzo è stata la notizia che la Cina sta allentando i suoi requisiti di liquidità che le sue banche devono detenere, aumentando (potenzialmente) il denaro che può essere prestato alle imprese.
I dettagli dell’accordo di Fase Uno devono ancora emergere completamente, ma è inteso che gli Stati Uniti alleggeriranno le sanzioni sui beni cinesi destinati al mercato statunitense per un valore di 360 miliardi di dollari e che la Cina ha accettato di acquistare più prodotti agricoli statunitensi, garantendo ulteriori concessioni.
La Banca centrale cinese ha annunciato che quest’anno dovrebbe ridurre i costi di prestito per le imprese e aggiungere 87 miliardi di dollari all’economia, riducendo i requisiti di liquidità per le sue banche. Le mosse hanno lo scopo di dare impulso all’economia cinese, rallentata a seguito delle decisioni commerciali degli Stati Uniti e di un generale rallentamento dell’economia globale.
Sul lato negativo del bilancio, la decisione degli Stati Uniti di colpire un generale iraniano in visita a Baghdad con un fatale attacco di droni ha aumentato le tensioni geopolitiche e portato a un picco del prezzo del petrolio a causa delle preoccupazioni per le ritorsioni iraniane. L’attacco nel quale è stato ucciso il generale Qassem Suleimani, una potente figura del regime iraniano, è stato ordinato direttamente dal presidente Trump. Giustificando l’attacco come azione difensiva, una dichiarazione del Pentagono diceva:
“Il generale Suleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare diplomatici e membri del servizio americani in Iraq e in tutta la regione. Questo attacco aveva lo scopo di dissuadere i futuri piani di attacco iraniani”.