Lo yen rimane sotto pressione malgrado l'intervento del G7

Nel trading asiatico, lo yen giapponese rimane sotto pressione contro il dollaro statunitense, e anche se le perdite sono state generalmente limitate negli scambi un po’ sommessi, maggior parte degli operatori ritengono che probabilmente il G7 dovrà nuovamente intervenire per frenare l’ascesa dello yen. Gli analisti ritengono, tuttavia, che un intervento del G7 non sia inteso tanto per invertire l’apprezzamento dello Yen, ma piuttosto di soffocare parte della volatilità di mercato ad esso associata. A Tokyo, il dollaro ha guadagnato lo 0,4% contro lo Yen, scambiato a 80,93 yen; durante la sessione di trading di Venerdì, il dollaro veniva scambiato quasi il 4% in più, a 82,00 yen.

Venerdì è stata la prima volta in oltre 10 anni che il G7 e’ intervenuto congiuntamente sui mercati valutari. Tre delle sette delle banche centrali rappresentate, la Banca del Giappone, Banca del Canada e la BCE, hanno condotto congiuntamente circa 32,3 miliardi dollari in vendita di Yen; le cifre della Federal Reserve e della Banca d'Inghilterra non sono note. Prima dell'intervento, lo yen giapponese era salito a livelli record rispetto al dollaro USA, toccando 76,25 yen. Un operatore di Hong Kong smentisce che la banca centrale giapponese possa vendere ancora Yen qualora il dollaro dovesse scendere sotto 80,00 yen.