La risposta all’intervento di ieri della Bank of Japan ha avuto vita breve, dopodiché nella sessione asiatica i trader hanno subito ripreso a spingere in alto la valuta, un vero angolo di paradiso, contro il Dollaro statunitense. Come riportato, a Tokyo all’1:50 p.m. (JST) il USD/JPY era scambiato a 78,29 Yen giapponesi, una perdita dello 0,1% dopo il picco mensile dello Yen a 79,23, registrato ieri subito dopo l’annuncio della Bank of Japan di voler limitare la costante salita dello Yen. Gli analisti di valute si aspettano che nelle prossime settimane la coppia venga scambiata in una fascia di trading relativamente ristretta, tra i 77 e i 79 Yen giapponesi.
Un report poco brillante sull’industria manifatturiera cinese, è pesato sulle commodities legate alle materie prime come il Dollaro australiano, sebbene il Dollaro neo zelandese abbia trovato supporto dai dati ottimisti. Il AUD/USD ha perso lo 0,6% fino ad arrivare a 1,0417$ dopo che la lettura di HSBC del PMI ha mostrato solo miglioramenti frazionati dal minimo sui 9 mesi di agosto, rimanendo fermo su territorio contraddittorio. Il Dollaro neozelandese, di solito, subisce gli effetti dei dati cinesi negativi, soppesati dalla notizia che il PIL è cresciuto nel secondo trimestre dello 0,6%, il doppio del previsto. La coppia NZD/USD era scambiata a 0,8258$, scivolata da un precedente alto a 0,8303$.