I risultati del meeting della Banca Centrale Europea di giovedì, e i commenti di Mario Draghi subito dopo, hanno lasciato i mercati insoddisfatti, e mandato l’Euro a fare i conti col calo più brusco in un mese contro il Dollaro statunitense. Come anche secondo un analista di New York, la direzione della BCE non è riuscita ad alleviare le preoccupazioni degli investitori sul progresso del processo di risoluzione della crisi finanziaria dell’Eurozona, che ormai si protrae da parecchio. La decisione della BCE di tenere i tassi allo 0,75% era largamente attesa, e Draghi ha menzionato una discussione del comitato sulla possibilità di creare tassi negativi sui versamenti, in modo da costringere le banca a farsi prestiti vicendevolmente, piuttosto che parcheggiare il denaro presso la BCE.
I politici della BCE hanno inoltre annunciato un calo nelle aspettative di crescita dell’Eurozona per il prossimo anno, dichiarando anche che rimane il rischio legato alla crescita. Stanno facendo riferimento ad una crescita del PIL per il 2013 pari allo 0,03%. Agli operatori di mercato, questo è bastato per dare il via alle speculazioni che nei prossimi mesi vedremo un taglio dei tassi, che andrà ad indebolire ulteriormente il valore della moneta unica.
A mettere pressione all’Euro è stata anche l’escalation di tensione politica in Italia, dove lo spread è tornato a salire, fino a raggiungere i 330 punti. L’ex Primo Ministro, Silvio Berlusconi, ha dichiarato di star ritirando il supporto dato a Mario Monti, attuale Primo Ministro. Se così fosse, la lotta di potere che ne scaturirebbe potrebbe portare anche ad elezioni anticipate.
Prima di rimbalzare di nuovo a 1,2966$, l’Euro era caduto a 1,2948$; di recente, la coppia era scambiata a 1,2968$. L’EUR/JPY era recentemente dato a 106,96, ma ha registrato ieri un minimo sulla sessione a 106,80 Yen, con una perdita dello 0,9%.