Lo U.S. Dollar Index si è allontanato dal minimo mensile colpito di recente a causa di dati economici parecchio deludenti, che potrebbero contribuire ad un eventuale proseguimento dell’attuale politica monetaria della Federal Reserve. Lo U.S. Dollar Index era scambiato a 82,756 .DXY, in ripresa rispetto a quota 82,428 .DXY, livello colpito lunedì dopo il rilascio dell’indice manifatturiero ISM, che ha mostrato il mese scorso un calo delle attività a livelli che non vedevamo da quasi 4 anni.
La notizia ha inoltre rispedito il dollaro statunitense sotto il fondamentale livello 100 yen, a quota 98,86 yen, minimo su 4 settimane, e ben al di sotto del picco su 4 anni e mezzo colpito il mese scorso a quota 103,74 yen; la coppia USD/JPY si è poi però ripresa, risalendo a 99,60 yen, dopo che si è sparsa la notizia che il governo nipponico intende incoraggiare gli operatori dei fondi pensionistici a cercare investimenti in asset e titoli oltreoceano. La pressione sul dollaro statunitense ha poi contribuito a far rialzare la coppia EUR/USD, che per la prima volta il più di 3 settimane è stata scambiata sopra 1,3100$.
In seguito alla notizia che la Reserve Bank of Australia terrà invariati i tassi d’interesse (al 2,75%), la coppia AUD/USD è arrivata a 0,9725$, prendendo ancora più le distanze dal rally di lunedì, che aveva visto la coppia guadagnare quasi il 2%, raggiungendo quota 0,9792 e registrando il maggior aumento in un singolo giorno degli ultimi 12 mesi.