Il dollaro statunitense ha messo in pausa il trend ribassista iniziato nella sessione di giovedì: gli investitori al momento temono un rallentamento della crescita a livello globale, e hanno smesso di tenere in conto la prolungata morbidezza del dollaro. Ben Bernanke e la Fed hanno sorpreso i più ottimisti sulla banconota verde con una retorica conciliante, suggerendo che la Fed non sia ancora pronta per scendere in campo col programma di stimoli monetari, e preferirebbe attendere finché i segnali sicuri non si faranno più numerosi. La sempre maggiore incertezza sulla direzione a breve termine del dollaro contro previsioni che suggeriscono uno yen sempre più debole ha fornito un po’ di supporto al dollaro: gli investitori cercano il loro angolo di paradiso prima dei dati sulla crescita economica cinese (pubblicazione lunedì); gli analisti prevedono che il PIL, nel secondo trimestre, sarà sceso al 7,5%, ma non potremmo escludere dati diversi in grado di deluderli.
Alle 12:10 (JST), a Tokyo, lo U.S. Dollar Index era piatto su venerdì, scambiato a 82,762 .DXY dopo aver toccato un minimo su 3 settimane a quota 82,418.DXY nella sessione di trading precedente, ma ben al di sotto del picco triennale colpito martedì a 84,753. Lo U.S. Dollar Index è utilizzato dagli investitori per valutare la forza relativa del dollaro