Di: DailyForex
Mercoledì, le borse asiatiche sono cadute per il secondo giorno consecutivo mentre il rischio di credito ed il prezzo del petrolio aumentano sull’idea che gli Stati Uniti potrebbero attuare un’azione militare in Siria. Le tensioni sul possibilie attacco militare guidato dagli Stati Uniti, hanno colpito duramente le azioni asiatiche che sono scese al minimo su 7 settimane ed hanno spinto i prezzi del petrolio ed il sicuro oro a livelli non visti da molteplici mesi.
L’indice MSCI Asia Pacific ha perso l’1,6% alle 11:19 a Tokyo. Il rischio di credito in Asia ha raggiunto il suo picco di 2 mesi. Il Dollaro australiano è diminuito rispetto alle sue 16 principali valute rivali ed anche la Rupia indiana ha continuato il calo.
Il Nikkei di Tokyo (NIK:^9452) ha perso il 2,3% per raggiungere il suo livello più basso in due mesi, mentre lo Yen è rimasto stabile a 97.135 rispetto al Dollaro e a 130.075 sull’Euro dopo essere salito di più dell’1% nella notte.
Il più ampio indice MSCI Asia Pacific delle azioni, al di fuori del Giappone è sceso dell’1%, raggiungendo il suo livello più basso dal 9 luglio, ed è andato ad estendere il calo dell’1,2% della sessione precedente.
Le azioni indonesiane sono diminuite del 3,3% per raggiungere il loro minimo su 14 mesi, come anche le azioni delle Filippine che hanno lasciato sul terreno il 5,6%, per colpire il loro livello più basso in 9 mesi.
Le borse europee
Le borse europee sono fortemente cadute martedì. L’indice pan-europeo FTSEurofirst 300 ha chiuso a 1,204.76 punti, un -1,5%. L’indice della volatilità Euro Stoxx 50 è salito del 23,8% per raggiungere 22.17 punti, il suo più forte rialzo dal 4 febbraio. L’IBEX spagnolo ha chiuso con un calo del 2,75, il FTSE MIB italiano ha perso il 2,3% ed il CAC 40 francese ha subito una perdita del 2,1%.
Nella notte, le borse americane hanno avuto la peggior sessione da giugno, ed il nervosismo degli investitori si è riflesso nel salto al picco del 12% dell’indice della volatilità CBOE, il cosiddetto “indicatore della paura” di Wall Street, andando a colpire il suo massimo su 2 mesi. I contratti a termine dell’indice Standard & Poor’s 500 (SPX) hanno visto un aumento dello 0,2%. L’indice S&P GSCI delle materie prime ha raggiunto il suo picco di 6 mesi, con il prezzo del petrolio greggio WTI cha ha guadagnato il 2,2%.
Il rialzo del petrolio
Il petrolio graggio WTI ha raggiunto i 111.38$ al barile, facendo guadagnare l’1,6% al S&P GSCI, che rappresenta 24 materie prime. Il prezzo del petrolio ha guadagnato ieri a New York il 2,9%, il suo rialzo più forte dal 2 maggio, prima di chiudere al suo livello più alto da febbraio 2012. Anche i contratti a termine su benzina e gas naturale si sono rafforzati. Il prezzo del Brent ha guadagnato l’1,8% per raggiungere il suo picco di 6 mesi a 116.37$ al barile, estendendo il suo rialzo di martedì del 3,3%, il più forte dato giornaliero da circa 10 mesi.