Di: DailyForex
I traders di derivati sui titoli azionari italiani sentiranno il peso di una nuova tassa introdotta dal 1 settembre dal governo. Il parlamento italiano ha approvato l’imposta sulle transazioni finanziarie (ITF - la cosiddetta Tobin Tax) nel dicembre 2012, un nuovo addebito che i traders pagano per operare su selezionati strumenti finanziari. Italia e Grancia sono state le prime delle 11 nazioni europee ad aver optato per l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. La Commissione Europea ha incitato a parlare della ITF nel 2011, un prelievo nelle operazioni finanziarie che mira a regolare e stabilizzare i mercati.
I principali brokers Forex hanno già mandato direttive ed informazioni ai propri clienti, come ad esempio FXCM, uno dei brokers leader nei mercati che è quotato al New York Stock Exchange, che ha inviato una notifica ai suoi clienti riguardo le nuove normative imposte dalla ITF. Nella notifica si leggono i dettagli dei cambiamenti proposti che colpiscono il FTSE MIB, nella piattaforma trading FXCM il principale indice azionario italiano è definito come ITA40.
FXCM amplierà lo spread dell’ITA40 di 10 pips (20 pips round turn) in modo da pagare la nuova imposta. La Tobin Tax dev’essere pagata da tutti i clienti (indipendentemente dalla loro ubicazione) durante le transazioni dei derivati sui titoli azionari italiani.
Riduzione della liquidità
Gli avversari della Tobin Tax hanno discusso sul fatto che la nuova tassa creerà un vantaggio ingiusto per gli stumenti che sono sotto il nuovo regime (Futures, Opzioni e CFD sull’indice FTSE MIB e CFD su azioni italiane) e questo in ultima analisi divergerà il volume e la liquidità verso altre classi d’azioni che non hanno spese di transazione aggiuntive. Carlo de Casa, un analista Forex a Activetrades, crede che “i traders potrebbero considerare altri indici simili a quello italiano, come l’IBEX spagnolo o il popolare DAX tedesco”.
La nuova tassa potrebbe inoltre cambiare il modo di comportarsi dei traders, poiché quest’ultimi andranno ad esplorare nuove strategie e meccanismi per sorpassare l’imposta. La tassa è applicata sul totale del valore della transazione, ed il risultato è che gli operatori finanziari potrebbero optare per transazioni di più basso volume.
L’Italia ha introdotto il primo elemento della Tobin Tax a marzo 2013. L’imposta era da riscuotere sui titoli azionari. Come previsto, il mercato ha reagito negativamente al nuovo addebito ed i volumi di trading si sono significativamente ridotti. Secondo i dati di Bats Chi-X Europe, i volume degli scambi si sono ridotti del 12% in marzo da gennaio e febbraio, per un valore totale degli scambi uguale a 2.72 miliardi di euro per il mese di marzo.