La scorsa settimana è stato pubblicato lo “U.S. Energy Information Agency Report” sulle scorte di petrolio, che ha mostrato un deficit di circa 1,8 milioni di barili nelle scorte; la settimana precedente era invece stato rilevato un surplus di circa 2,9 milioni di barili. Questi dati rendono l’attuale lettura migliore delle attese degli analisti, che si aspettavano un deficit di 2 milioni di barili, che avrebbe portato le scorte statunitensi a 360,2 milioni di barili: un dato più alto della media per questo periodo dell’anno.
Le scorte di benzina, d’altro canto, sono scese di 1,8 milioni di barili, e sono dunque ora nel punto più alto dell’intervallo medio in questo periodo dell’anno. Il report ha poi sottolineato che le scorte derivate, incluso il petrolio utilizzato per riscaldare, sono aumentate di 1,5 milioni di barili, al di sotto dell’intervallo medio per questo periodo dell’anno.
Proprio sulla base di quanto detto sopra i prezzi del petrolio sono saliti fino ad arrivare a quota 107,96$ al barile. Il livello più alto è stato 108,50$ al barile, il più basso 107,12$ al barile. Nel momento della stesura di questo articolo lo US Dollar Index è scambiato a 82,57, 0,5% in più del prezzo d’apertura, e dovrà affrontare la prossima resistenza a quota 83,12; altre resistenze seguiranno a quota 83,45 e 84,74.
La coppia EUR/USD ha trovato supporto sull’area 1,3120, dopo aver affrontato una nuova ondata di vendite eccessive sul livello 1,3160; la coppia è al momento scambiata a 1,3125, mentre i mercati si stanno concentrando sui dati sull’occupazione, che verranno pubblicati domani negli Stati Uniti.
La coppia GBP/USD è riuscita a rompere 1,5600 e ha continuato a scendere per le anticipazioni dei dati del non farm payrolls, attesi oggi dagli USA.
La coppia è al momento sotto 1,5600 su 1,5573 sul grafico giornaliero, che attirerebbe venditori per trovare supporto sui precedenti livelli di resistenza, che la coppia ha testato martedì scorso.