Di: DailyForex
La Corte dei Conti italiana, incaricata di tutelare la finanza pubblica e garantire il rispetto del sistema giurisdizionale, ha aperto un’inchiesta contro le agenzie di rating per l’ingiustificato declassamento del paese nel 2011 e 2012. La corte dei conti potrebbe chiedere a S&P, Fitch e Moody’s 234 miliardi di euro di danni (la richiesta più alta mai vista contro il loro settore) per non aver considerato il contributo dell’Italia al patrimonio artistico e culturale mondiale.
Secondo la corte dei conti infatti, le tre agenzie di rating avrebbero fatto male a non considerare il patrimonio culturale italiano, affermando che la vasta ricchezza di monumenti ed arte nel paese, come il Colosseo o la Cappella Sistina, dovrebbero far parte del suo relativo valore sovrano.
Quindi ora la questione è: vi saranno altri paesi a seguire la decisione di Roma? Il Partenone greco o l’Alhambra in Spagna dovrebbero essere presi in considerazione nelle decisioni sul valore di affidabilità creditizia di un paese?
Ebbene, vi è una diffusa convinzione che le agenzie di rating non abbiano mai riconosciuto il dolore finanziario che hanno inflitto alla zona Euro. S&P, Fitch e Moody’s, declassando in maniera eccessiva il credito di Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia e Italia, hanno causato ondate di vendita del debito pubblico, ed alzato gli oneri finanziari di questi paesi paralizzando le loro finanze pubbliche nel peggiore periodo di crisi economica. Quello che ora si chiedono in molti è se questi declassamenti siano stati quindi “imprudenti”, ed altre questioni sorgono spontanee:
- Cosa succederà se anche Spagna, Grecia, Portogallo ed Irlanda ricorreranno a simili risarcimenti?
- Molti funzionari UE accusano le agenzie di rating di aver accellerato la crisi del debito pubblico in Europa. Le autorità non dovrebbero difendere i loro membri con specifiche azioni legali? Che dire delle istituzioni nazionali in Spagna o Grecia? Non sono anche il Partenone o l’Alhambra di Granada tesori culturali a livello mondiale?
- Ed ancora, non sarebbe ora di rivedere le pratiche ed il ruolo delle agenzie di rating, dato che i “Big Three” detengono circa il 95% del mercato e la loro parola ha enormi implicazioni per gli investitori ed i mercati globali?