Il dollaro americano è riuscito a rimanere stabile, nonostante la svendita sui mercati azionari asiatici, ma gli attori sul mercato FX rimangono cauti: gli ultimi dati economici provenienti dagli Stati Uniti suggeriscono che l’economia del paese non sia forte come si era inizialmente pensato. Questo dato ha riportato all’incertezza: le economie dei mercati emergenti riusciranno a stabilizzarsi nuovamente, dopo il disastro delle rispettive valute la scorsa settimana? Sia il Nikkei giapponese che l’MSCI proseguono nelle rispettive tendenze ribassiste, che continuano ad affliggere i mercati di tutto il mondo. Gli analisti mettono in guardia i clienti, e raccomandano di evitare asset ad alto rischio per un po’.
Alle 13:09 (JST), a Tokyo, la coppia USD/JPY era scambiata ad un minimo di 100,77 yen, mentre l’EUR/JPY ha colpito un minimo a 136,37 yen, in entrambi i casi livelli che non si vedevano dal novembre scorso. Il dollaro si è leggermente ripreso contro lo yen, ed era scambiato a 101,24 yen (+0,3%), mentre l’EUR/JPY si dirigeva verso 136,75 yen (+0,1%). Nel mentre, la coppia AUD/USD saliva a 0,8877$ (+1,5%): la Reserve Bank of Australia, secondo le notizie, starebbe considerando una presa di posizione più aggressiva, che porterebbe probabilmente ad un aumento dei tassi d’interesse.
La patata bollente passa ai dati sull’occupazione
Ieri un sondaggio condotto sui direttori degli acquisti nel settore manifatturiero ha mostrato un inaspettato calo dell’attività a gennaio; la lettura è scesa da 57,0 a 51,3, parecchio al di sotto delle aspettative, che vedevano un calo solo fino a 56,0. Secondo gli strateghi, questo dato ha alimentato le paure degli investitori sulla crescita globale, e sicuramente porterà a concentrarsi sui dati del non-farm payroll, che verranno pubblicati venerdì. Questi dati potrebbero far capire le intenzioni della Fed per quanto riguarda il tapering.