Di: DailyForex
Giovedì le azioni asiatiche sono state sotto pressione, dato che un deludente sondaggio sulla produzione cinese ha sollevato le preoccupazioni degli investitori, oscurando anche le buone notizie dal Giappone.
La stima flash dell’indice dei direttori degli acquisti nel settore manifatturiero (PMI) della HSBC/Markit è sceso a 50,3 nel mese di agosto dal massimo su 18 mesi registrato a luglio di 51,7. Gli investitori hanno reagito vendendo il Dollaro australiano AUD, spesso utilizzato come strumento di liquidità per le scommesse sulla Cina, mentre le azioni di Shanghai sono scese dello 0,5%.
L’indice MSCI Asia Pacific, escluso il Giappone, è sceso dello 0,7% a quota 509,25 alle 11:08 di Hong Kong, con cinque azioni in crollo per ogni due che salgono. L'indice ha chiuso ieri al massimo più alto su sei anni. Gli indici in Corea del Sud e Taiwan sono rimasti in rosso.
Le azioni giapponesi sono riuscite ad invertire il trend, aiutate da un sondaggio che mostra come l’attività manifatturiera sia accelerata in agosto, mentre la domanda interna e le esportazioni aumentavano.
La stima flash Markit sul PMI giapponese è salita ad un tasso destagionalizzato di 52,4, dal 50,5 di luglio e dalla miglior lettura dal mese di marzo, proprio prima che un aumento delle imposte facesse precipitare la domanda. Il Topix di Tokio era ancora allo 0,8%, mentre il Nikkei guadagna lo 0,9% dopo la caduta dello Yen contro il Dollaro statunitense, segno positivo per le esportazioni giapponese e per gli utili societari.