Di: DailyForex
Il mercato ha accolto il taglio dei prezzi del petrolio da parte dell’Arabia Saudita, questa settimana, come un ulteriore segno che il regno ha intenzione di utilizzare i prezzi come leva per preservare la propria presenza nel mercato invece di tagliare la produzione in quello che sembra un mercato che ora soffre di troppa offerta. Anche se non fosse questa l’intenzione, alcuni trader guardano alla mossa saudita come un segnale che il regno vorrebbe veder scendere i prezzi per rallentare la produzione di petrolio negli Stati Uniti.
Il crude oil West Texas Intermediate è sceso nettamente nella giornata di martedì, scendendo al livello psicologico chiave di 75 Dollari al barile prima di chiudere ad un minimo su tre anni di $77,19, in calo di 1,59 Dollari al barile. Anche il petrolio greggio Brent ha subìto un calo arrivando a 82,2 Dollari al barile, il prezzo più basso da ottobre 2010, dopo che l’Arabia Saudita ha stabilito un nuovo prezzo negli Stati Uniti di 45 centesimi più basso rispetto al livello di novembre.
Gene McGillian, analista della Tradition Energy, ha dichiarato che il prossimo livello tecnico al quale presterà attenzione per quanto riguarda il petrolio greggio WTI è 74 Dollari al barile, e non è ancora chiaro quanto ancora potrà scendere.
“Il rapporto tra il denaro proveniente dalle posizioni long e quelle short è ancora di 3½ a 1. Se non si tratta di un massiccio esodo delle posizioni long impostate, potremmo avere ancora un declino importante, soprattutto se i fattori che ci stanno trascinando al ribasso continuassero a pesare sui mercati”, ha dichiarato. “La forza del Dollaro e la paura di un rallentamento delle condizioni economiche europee e cinesi stanno ancora giocando un ruolo forte”.
Martedì, l’annuncio del regno Saudita è stato seguito da una reazione silenziosa, con i mercati concentrati sul Dollaro ed altri fattori.