L’oro giovedì ha registrato un massimo su sette settimane, dal momento che il calo nei mercati azionari e la svendita del Dollaro hanno aumentato l’appetibilità del metallo prezioso come bene rifugio.
Alle 00:34 GMT lo spot gold aveva guadagnato lo 0,2% arrivando a 1.299,30 Dollari l’oncia, non lontano dal massimo su sette settimane di 1.238,20 Dollari, toccato precedentemente questa settimana.
Mercoledì i mercati azionari statunitensi ed europei hanno subìto un calo, poiché gli investitori, preoccupati per le economie greca e cinese, hanno abbandonato le posizioni più rischiose. I deboli dati dall’economia cinese si sono ripercosse sull’appetibilità dei titoli azionari, assieme alla decisione del governo greco di anticipare le elezioni presidenziali, il che ha accresciuto l’incertezza in merito alla transizione del paese verso la fine del piano di salvataggio del FMI e dell’UE.
Giovedì l’indice del Dollaro è sceso per la quarta sessione di seguito.
L’oro viene visto come investimento alternativo rispetto ad asset più rischiosi, come le azioni. Anche la debolezza del biglietto verde aumenta l’appetibilità dei lingotti, acquistati in Dollari.
Abbiamo assistito ad un miglioramento nel sentimento di mercato verso le holdings in SPDR Gold Trust, il maggiore ETF (exchange-traded fund) in oro al mondo. Il fondo ha visto l’afflusso di circa tre tonnellate mercoledì, portando le partecipazioni ad un totale di 724,80 tonnellate.
Questo è stato il secondo giorno consecutivo di afflussi dopo il crollo delle partecipazioni ad un minimo su sei anni registrato precedentemente questo mese.
Gli investitori hanno tenuto d’occhio anche i prezzi del greggio, vicini ad un minimo su cinque anni. I prezzi dell’oro tendono a scendere in concomitanza con quelli del petrolio, dal momento che prezzi energetici più bassi fanno scendere l’appetibilità del metallo come assicurazione contro l’inflazione dettata dal greggio.