L’Euro è sceso al suo livello più basso in circa nove anni contro il Dollaro, fra le speculazioni che vogliono la Banca Centrale Europea vicina ad un acquisto di bond su larga scala.
La moneta unica ha perso quasi l’1,2% dopo che la scorsa settimana Mario Draghi ha mandato un chiarissimo segnale che la BCE darà inizio all’allentamento quantitativo. L’Euro si è indebolito anche con l’inizio della campagna elettorale greca, che potrebbe portare alla vittoria il partito anti-austerity. Un indicatore del Dollaro si è diretto verso la chiusura più alta mai registrata, dal momento che la Federal Reserve si sta muovendo verso l’aumento dei tassi d’interesse. Il Dollaro neozelandese e il Rand sudafricano hanno riportato dei cali sulle valute legate alle materie prime.
“Le motivazioni per vendere l’Euro questa settimana erano piuttosto chiare già nel weekend: Draghi che si avvicina al QE e le crescenti preoccupazioni per la situazione politica greca”, ha detto Sean Callow, stratega valutario per la Westpac Banking Corp. di Sydney. “L’Euro era così vicino a quel numero tondo e così ben controllato come l’1,20 che non avevamo bisogno di alcuna nuova notizia per ribaltare la situazione”.
Alle 13:55 ora di Tokio l’Euro era sceso dello 0,5% a 1,1942 Dollari dopo aver toccato quota 1,1864 Dollari, livello più basso registrato da marzo 2006. La moneta unica è scesa dello 0,5% contro lo Yen, arrivando ad essere scambiata a 149,93 Yen dopo aver toccato i 143,16 Yen, il livello più basso dall’11 novembre. Il Dollaro è rimasto pressoché invariato a quota 120,54 Yen.
In un’intervista al giornale tedesco Handelsblatt pubblicata il 2 gennaio, Draghi ha dichiarato che i policy maker sono pronti ad agire se ci fosse bisogno di combattere la deflazione. La BCE si riunirà il 22 gennaio.
L’Euro ha perso lo 0,4% la scorsa settimana, la terza peggior performance tra le valute delle dieci nazioni più sviluppate. Il Dollaro è salito dell’1,5%, lo Yen dell’1,6%.