Di: DailyForex
Mercoledì, durante la prima mattinata della sessione asiatica di trading, i prezzi del greggio sono rimasti vicini a minimi su cinque anni e mezzo, dopo aver visto cali ancor più duri nella sessione precedente; gli analisti hanno dichiarato che la sovrapproduzione avrebbe probabilmente portato ad ulteriori crolli prima di vedere un rimbalzo.
Martedì i mercati globali del petrolio greggio sono scesi per la quarta sessione consecutiva a minimi su cinque anni e mezzo, dal momento che le crescenti preoccupazioni in merito alla sovrapproduzione hanno aumentato la pressione sui prezzi del crude oil, scesi di quasi il 10% questa settimana toccando il livello più basso dalla primavera 2009.
Nella prima mattinata di mercoledì non ci sono stati segnali di un’inversione di tendenza, con i futures Brent LCOc1 scambiati a 50,95 Dollari al barile alle 20:37 ET, in ribasso di 15 centesimi rispetto all’ultima chiusura, e i futures statunitensi CLc1 rimasti al di sotto dei $48, a 47,97 Dollari al barile.
“Il rischio è che i prezzi del greggio rimangano ancorati al lato ribassista nel breve periodo” ha dischiarato l’ANZ Bank in una nota mercoledì mattina, aggiungendo poi: “Mentre ci aspettiamo che i produttori di petrolio di scisto siano i primi a ridurre i volumi per via degli elevati costi di produzione, è improbabile che questo accada prima della metà del 2015”.
I bassi prezzi del greggio sono il risultato dello scontro fra elevati volumi di produzione e una domanda ridotta, soprattutto dall’Europa, che lotta ancora contro la crisi del debito, e dall’Asia, dove la crescita cinese sta rallentando e il Giappone combatte contro la recessione.
Per quanto riguarda la domanda, i volumi di greggio provenienti dai produttori di olio di scisto del Nord America rimangono elevati, nonostante l’estrazione stia diminuendo, e l’OPEC ha finora resistito alle richieste di imporre una riduzione dei volumi di produzione a sostegno dei prezzi.