Ora che alla Grecia è stata data una breve tregua, la Cina ha guadagnato le prime pagine dei giornali con migliaia di società cinesi che mercoledì hanno congelato le contrattazioni nelle borse della Cina continentale, interrompendo il trading su 2,6 mila miliardi di Dollari di azioni, o circa il 40% del valore di capitalizzazione del mercato.
La Banca Popolare Cinese ha dichiarato di aver monitorato cosa stava succedendo, e prenderà misure adeguate se e quando necessario, promettendo di fornire “abbondante liquidità” al mercato e di innalzare i margini dei requisiti per i futures sull’indice small-cap.
Il governo ha annunciato nuove misure per calmare il mercato, anche se il tentativo di allentare qualche legge di mercato potrebbe non essere sufficiente alla maggior parte degli investitori che ha già perso fiducia nel futuro dei mercati cinesi.
L’indice di riferimento Shanghai Composite è sceso dell’8%, perdendo più del 30% da quando il 12 giugno ha raggiunto un picco su 7 anni a quota 5.166,35, mentre l’indice CSI300 delle principali società quotate a Shanghai and Shenzhen ha perso il 5% nella prima parte della giornata.
"Oggi si parla interamente della Cina, con la Grecia sullo sfondo ora che le è stata data un’altra scadenza”, ha dichiarato Ayako Sera, senior market economist per la Sumitomo Mitsui Trust Bank di Tokyo.
Calo generale titoli asiatici
Le borse sono scese in tutta l’Asia, con l’indice MSCI Asia-Pacific, che raccoglie le principali borse asiatiche al di fuori del Giappone, che è sceso al livello più basso da febbraio 2014 e l’indice Nikkei giapponese che è sceso del 2% ad un minimo su sette settimane.
Secondo Audrey Goh, investment strategist per la Standard Chartered Plc di Singapore, “La vendita in Cina continuerà per qualche tempo. Abbiamo bisogno che i policy maker prendano più misure per tentare di ristabilire la fiducia nel mercato. La sospensione delle operazioni per un numero di aziende nelle borse continentali non sta rassicurando gli investitori”.