Sembra non esserci fine alla caduta libera del greggio. La materia prima ha perso un ulteriore 1,5% giovedì, attestandosi a 48,48$, livello più basso mai toccato dal 31 Marzo. Molti analisti si aspettano che scenda ancora nei prossimi mesi.
“Questo mercato si dirigerà verso i 40$ prima di tornare a toccare i 60$”, ha detto Bill Baruch, a capo della strategia di mercato per la iiTrader di Chicago. Baruch attribuisce i bassi prezzi al surplus di greggio in Asia e nel Sud-est asiatico, e all’aumento delle scorte negli USA nel corso degli ultimi anni.
Con l’accordo in vigore in Iran, il paese potrebbe iniziare ad esportare le grandi quantità accumulate negli scorsi 10 anni, quando l’embargo ha dato un giro di vite alla nazione. Potrebbero anche riaprire gli impianti di estrazione chiusi durante lo stesso periodo.
Secondo la U.S. Energy Information Administration, le scorte di crude oil negli Stati Uniti sono aumentate di 2,5 milioni di barili, arrivando a quota 463,9 milioni di barili.
Alcuni sono ancora ottimisti
Alcuni traders sono ancora ottimisti, tuttavia credono che questi prezzi siano insostenibili. Secondo Steven Kopits della Princeton Energy Advisors: "L’unico modo per trattenere il greggio ai prezzi attuali sarebbe dimostrare che i produttori di scisto statunitensi possono sperimentare una crescita della quantità ai livelli di prezzo attuali, e semplicemente non credo sia possibile ora come ora”.
Kopits ritiene che “Potrebbe esserci una “corrente discendente” nel breve periodo. …Vedo il WTI dirigersi molto presto a nord, a 60$, e poi eventualmente a 65”.