Mentre tutti gli occhi sono puntati sull’aumento dei tassi Fed di Settembre, gli ultimi rapporti trimestrali puntano nella direzione opposta.
I dati rilasciati dalla Fed di Chicago hanno mostrato che le condizioni economiche positive per un aumento dei tassi stanno iniziando a scemare, e i funzionari Fed potrebbero dover riconsiderare la loro decisione durante il meeting del 16-17 Settembre, volto proprio a discutere della tempistica del primo aumento dei tassi d’interesse dal 2006.
Il National Financial Conditions Index della banca centrale, comprensivo di 28 indicatori del mercato monetario, è salito considerevolmente nel corso degli ultimi mesi, raggiungendo il suo livello più alto da Novembre 2012 e puntando alle condizioni giuste per un inasprimento della politica negli ultimi tre anni.
I funzionari Fed hanno presentato le previsioni trimestrali aggiornate durante il loro ultimo meeting a metà Giugno, nel quale 15 su 17 membri della Federal Open Market Committee per la decisione della linea politica si sono espressi a favore di un aumento dei tassi a Settembre.
Le condizioni nazionali e globali del mercato da allora sono cambiate, e gli indici puntano ora ad un diminuito bisogno che la Fed inizi ad inasprire la propria politica attraverso l’aumento dei tassi.
Dicembre o Marzo
Gli economisti di Barclays Plc prevedono che Marzo sarà una data più probabile per un aumento, mentre quelli della Goldman Sachs indicano Dicembre, ma “I rischi di un rialzo tardivo dei tassi si sono sensibilmente ridotti”.
Alcuni interpretano i numeri dell’indice come poco importanti nella decisione della Fed.
Secondo Christopher Waller, a capo della ricerca per la Fed di St. Louis “La volatilità in sé per sé non è necessariamente fonte di stress, è solo relativa a molto movimento nelle posizioni e nel trading. Non abbiamo sentito nulla in merito ad aziende finanziarie in difficoltà, né tantomeno di persone che non abbiano presentato richieste di margine o cose del genere… Normalmente è lì che si iniziano ad avere veri problemi nei mercati finanziari”.