I mercati azionari asiatici sono scesi per gran parte della giornata di lunedì, a seguito del calo di Wall Street di venerdì. Gli investitori, preoccupati, hanno atteso notizie sulla tempistica di un aumento dei tassi statunitensi, mentre i guadagni iniziali della Cina sono evaporati e lo Yen è sceso.
Lo Shanghai Composite Index ha perso circa lo 0,1% scendendo a 3.155,54 punti, e il Nikkei 225 di Tokyo ha perso lo 0,5% arrivando a 17.704,95 punti. Lo Hang Seng di Hong Kong si è spostato di poco, chiudendo a 20.843,01 punti, mentre il Kospi di Seoul ha guadagnato lo 0,2% arrivando a 1.888,95 punti. Lo S&P/ASX 200 Di Sidney ha perso lo 0,6% chiudendo a 5.009,00. Anche Singapore, Taiwan e Manila sono scesi.
Fine del crollo cinese
In un discorso tenuto durante il fine settimana, il governatore della Banca Popolare Cinese Zhou Xiaochuan ha indicato la fine del crollo delle borse cinesi, attribuendo la prevenzione da una caduta libera all'intervento statale.
Secondo Yuji Saito,direttore esecutivo dei cambi per la Credit Agricole SA di Tokyo, “La prima reazione all’apertura cinese è stata di sollievo. Se poi reggerà o meno, è da vedere”.
Alle 11:34 a Tokyo l’indice MSCI Asia Pacific aveva perso lo 0,6%, dopo che i guadagni iniziali cinesi hanno visto l’1% di rialzo. Lo Hang Seng China Enterprises Index, che tiene traccia delle aziende cinesi ha guadagnato lo 0,5%, la chiusura più bassa da Luglio 2013.
L’indice giapponese Topix ha oscillato, con lo Yen che ha perso lo 0,2% scendendo a 119,26 nel cambio con il Dollaro. Venerdì abbiamo visto il Giappone porre fine al maggior rialzo settimanale di quest’anno.
Le possibilità che la Fed aumenti i tassi a Settembre sembrano scendere rapidamente. I payroll statunitensi di venerdì sono risultati misti, vista la creazione di pochi nuovi posti di lavoro, ma con un calo del tasso di disoccupazione e un aumento dei salari.